Amianto nelle navi, il pm: «Condannate gli ex vertici»

IL PM. Sergio Dini
Sta arrivando al capolinea il processo agli ex vertici della Marina militare per la cosiddetta "strage invisibile", almeno 530 casi di mesoteliomna pleurico tra i militari in servizio nei decenni tra gli anni' 50 e' 90 in seguito all'esposizione all'amianto, minerale pericoloso per la salute che foderava le imbarcazioni.
Al processo in corso il pubblico ministero Sergio Dini, che ha coordinato l'inchiesta, ha presentato le sue richieste reclamando la condanna da un anno e mezzo a due anni e mezzo di carcere per gli otto imputati: 2 anni e 3 mesi per gli ex capi di Stato maggiore della Marina militare Mario Bini di Roma e Filippo Ruggiero di Roma; 2 anni e 1 mese per i direttori generali di Navalcostarmi Lamberto Caporali di Bari e Francesco Chianura di Roma, entrambi con il grado di ammiraglio nonché ingegneri esperti nella costruzione di navi; 2 anni e 6 mesi per i direttori generali di Sanità militare Elvio Melorio di Milano, Agostino Didonna e Guido Cucciniello, tutti medici militari della Marina; un anno e 6 mesi per il comandante di Squadra navale Mario Porta. Il pm ha rammentato che a bordo delle navi non c'era alcun sistema di aspirazione delle polveri prodotte dal minerale, non si utilizzavano maschere filtranti e non erano isolati gli ambienti rivestiti di amianto che ricopriva anche le tute ignifughe impiegate nelle esercitazioni. Eppure, fin dagli anni '60 (ma l'allarme c'era già stato negli anni '40), era noto come l'amianto fosse pericoloso per la salute. E i vertici militari - in particolare, i medici come gli ingegneri - avrebbero dovuto essere a conoscenza di ciò, tanto più che a loro, graduati, era affidata la tutela dei sottoposti. Non a caso fin dagli anni '70 Svezia e Danimarca avevano bandito l'utilizzo dell'amianto nella costruzione delle navi. Il processo proseguirà il 26 settembre e il 3 ottobre con la parola ai difensori (l'Avvocatura dello Stato), poi la sentenza. (c.g.)
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