Andrea Pennacchi dal teatro al “Paradiso delle signore”

L’attore padovano è il ragionier Galli nella fiction tv da record: «Perfino mia madre adesso mi guarda con occhi diversi»

PADOVA. Avido deputato veneto in “Suburra”, feroce capo di “Dominanza rodigina” in teatro con Balasso, mitissimo ragionier Galli in “Il paradiso delle Signore”, fiction rivelazione in onda in lunedì sera su Raiuno.

Andrea Pennacchi è da tempo uno dei protagonisti del teatro padovano e veneto, ma solo quest’anno sembra che anche televisione e cinema si siano accorti di lui. «Prima del “Paradiso”» racconta «avevo fatto un paio di cose in tv: un film con la televisione svizzera e qualche puntata di Grand Hotel. Ma è la prima volta che sono personaggio fisso in una serie».

E così succede che la notorietà tra gli amanti del teatro, diventi anche qualcosa di diverso: «Anche mia madre» dice ridendo «mi guarda con altri occhi. Finora pensava che fare l’attore non fosse un vero mestiere, ma adesso che sono su Raiuno comincia a crederci. L’altra sera a Rovigo, con Balasso, si è avvicinata una signora per chiedermi se ero il ragionier Galli: è chiaro che con la televisione qualcosa cambia». Specie se si lavora in una serie di successo: «Il “Paradiso” era già partito bene ma ora sta crescendo di serata in serata. Sei milioni di spettatori sono tanti, figurarsi per uno come me che solitamente propone i suoi spettacoli per un massimo di trecento persone».

Oltre al successo c’è il piacere di lavorare in un gruppo che funziona: «Mi hanno proposto un provino» racconta Pennacchi «e l’ho fatto volentieri. Ha funzionato, anche perché in questa serie conta molto il phisique du role e io avevo quello del ragionier Galli, un personaggio benevolo, un po’ il padre di questa famiglia di giovani e belli. Ma anche un Sancho Panza che richiama sempre al dato materiale Mori, il protagonista, che è invece un Don Chisciotte sognatore. «C’è un bel amalgama di attori» continua Pennacchi «molti sono giovani ma già esperti del mondo della fiction, altri più anziani, con molta più esperienza teatrale ma con meno esperienza di televisione, come me. Ho potuto anche lavorare con Corrado Tedeschi, che da ragazzo era il mio idolo».

E visto il successo, potrebbe anche esserci una continuazione: «Niente di ufficiale, ma quando abbiamo finito di girare, a settembre, sapevamo che se avesse funzionato ci sarebbe stata una seconda annata. E che funzionasse si è capito quasi subito, perché i produttori erano molto contenti e la Rai ha deciso di mandare subito la serie in onda. Ora staremo a vedere».

Per Pennacchi il passaggio alla televisione è stata una bella esperienza: «Abbiamo girato quasi sempre in studio, ricostruendo alcune strade, con una capacità straordinaria da parte dei tecnici, che con un po’ di legno, di colla e di marmo fanno meraviglie. Quello che è impressionante è il ritmo di lavoro, molto più veloce di quello cinematografico. Se al cinema la stessa scena la fai 15 volte e dopo averla provata, in televisione la fai tre volte e con pochissime prove. L’esperienza è bella proprio perché è diversa e si imparano molte cose».

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