Annega per sfuggire all'arresto
Coppia di ladri braccata dai carabinieri si tuffa nel fiume: solo uno riemerge

L’ULTIMA CORSA A sinistra lo scooter su cui viaggiavano i due ladri A destra il corpo di Moisei Ruslan
NOVENTA PADOVANA.
Ha preferito la roulette russa del Brenta alle manette. Ha perso così scommessa e vita Ruslan Mosei, moldavo di 23 anni, inghiottito nel pomeriggio da uno degli innumerevoli gorghi del fiume, a Noventa Padovana. Il giovane, conosciuto alle forze dell'ordine di Milano (dov'era stato identificato e poi denunciato nel 2007 per furto), cercava una libertà che gli era sfuggita di mano dopo essere stato scoperto in sella ad uno scooter Piaggio Liberty nero, rubato il 6 settembre scorso da un garage di Legnaro. Il timore di finire in cella ha avuto il sopravvento sulla consapevolezza di poter annegare. E così un tranquillo pomeriggio di fine estate s'è tinto all'improvviso con i colori della tragedia.
DUE IN FUGA.
E in quella che è stata, di fatto, l'ultima fuga, il giovane moldavo non era solo. Inseguito dai carabinieri c'era anche il suo complice, anche lui sui 20-25 anni, che, tuttavia, è riuscito ad attraversare a nuoto il Brenta e a mettersi in salvo con una decina di bracciate dall'argine di via Julia a Vigonza a quello di via Marezzane a Noventa Padovana. Quest'ultimo, una volta a riva, ha raggiunto un'abitazione poco distante, chiedendo aiuto a una giovane mamma che si trovava nel giardino di casa. «Amico caduto», le ha urlato in un italiano stentato e muovendo le braccia come se stesse nuotando. Appena ha capito che la donna stava parlando al telefono con i soccorsi (il Suem), il giovane completamente fradicio, vestito con pantaloncini corti, una maglietta blu, scarpe da tennis si è «smaterializzato», anticipando di un soffio l'arrivo dei militari che lo stavano inseguendo.
FURTI A RAFFICA.
I due sono sospettati di essere la coppia di ladri che ieri e il giorno precedente ha messo a segno furti nelle auto dei clienti del ristorante Bogart's di via Venezia a Vigonza e in quelle parcheggiate nel piazzale del Net Center in via San Marco a Padova, vicino al palasport. Dentro il bauletto dello scooter, infatti, i carabinieri hanno trovato un navigatore satellitare che con tutta probabilità appartiene a un automobilista che aveva parcheggiato il mezzo al Net Center. Una coppia affiatata, dunque, stando al numero di colpi messi a segno in poche ore: Stefania Primavera, capo ricevimento del B4 e Massimo Rosso, che lavora al Bogart's, da qualche giorno erano sul chi va là, proprio per evitare altre incursioni. E quando quest'ultimo ha notato in via Venezia uno scooter nero uguale a quello che le telecamere del suo locale avevano immortalato la sera precedente, non ci ha pensato due volte a chiamare i carabinieri che in pochi istanti sono arrivati in via Regia a Vigonza. Solo a quel punto il ristoratore ha mollato la presa.
FUGA MORTALE.
Ovvero quando una delle Gazzelle dei carabinieri ha intercettato lo scooter rubato verso le 15 di ieri, lungo la direttrice che da Busa porta a Stra. L'auto del Radiomobile viaggiava in direzione della provincia di Venezia, quando l'equipaggio ha notato il Piaggio Liberty, nella carreggiata diretto a Busa di Vigonza, fermo all'incrocio con via Trieste. I militari avendo in mano la descrizione dello scooter hanno immediatamente chiesto alla centrale una verifica sulla targa: il Liberty risultava rubato a Legnaro dieci giorni fa. L'autoradio, quindi, ha invertito la marcia ed è scattato l'inseguimento. I due a bordo dello scooter, accorgendosi di avere i militari alle calcagna, hanno aperto il gas e via. Lo scooter ha percorso prima via Trieste, poi ha girato a destra in via Julia e dopo pochi metri si è infilato nel cortile della ditta Tecno Stra che confina con l'argine del Brenta. I due militari che procedevano a distanza, convinti di intercettarli nel tratto di argine dietro l'Interspar, hanno avvertito la centrale. Ma i due, proprio per evitare di finire in manette, hanno deciso di lanciarsi in acqua.
L'ULTIMO TUFFO.
Il primo, appena giunto a riva, s'è voltato indietro pensando di vedere l'amico di scorribande arrivare verso di lui. Quando, dopo pochi istanti, non ha visto nessuno nuotare e contemporaneamente ha notato le divise comparire sull'argine dall'altra parte del Brenta, è corso in strada, chiedendo aiuto a una donna. Subito dopo è fuggito. Il corpo del giovane moldavo è riaffiorato privo di vita poco dopo. Ripescato dai vigili del fuoco. Sul posto sono arrivati il comandante del Reparto operativo il colonnello Giuliano Polito e il comandante del Nucleo investigativo provinciale il maggiore Francesco Rastelli, oltre ai militari della «Scientifica».
CACCIA AL FUGGITIVO.
Immediate sono scattate le ricerche del giovane che si è salvato. Decine di auto e di equipaggi dell'Arma per tutta la notte hanno cercato il presunto ladro sia nel Padovano che nel Veneziano, prestando particolarmente attenzione ai casolari abbandonati della zona, covo talvolta di sbandati dell'Est europeo. Una ricerca che continuerà anche questa mattina, partendo proprio dall'identità del ventitreenne morto annegato, identificato nella serata di ieri grazie alle impronte digitali.
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