Antitumorali, a rischio la farmacia ospedaliera

La denuncia di Conte: «Appena investiti a Piove di Sacco 300 mila euro per l’unità trasferita a Schiavonia. E da un anno siamo senza due primari»
Di Alessandro Cesarato
BELLUCO.CONSIGLIO COMUNALE VOTAZIONE RECALDIN PIOVE DI SACCO.andrea recaldin
BELLUCO.CONSIGLIO COMUNALE VOTAZIONE RECALDIN PIOVE DI SACCO.andrea recaldin

PIOVE DI SACCO. L’ospedale Immacolata Concezione rischia concretamente di perdere anche l’Ufa, l’unità farmaceutica antiblastici.

Da fine febbraio il servizio di preparazione dei farmaci per le cure dei tumori dovrebbe infatti essere trasferito al nosocomio di Schiavonia. Un fulmine a ciel sereno se si considera che i nuovi laboratori, tanto incensati come fattore di eccellenza sanitaria, sono operativi solo da pochi mesi. A sollevare la questione dell’opportunità della scelta è stata per prima la commissione consiliare permanente per la valorizzazione dell'ospedale e dei servizi socio-sanitari presieduta dal consigliere comunale Lino Conte. «Lo scorso ottobre», esordisce Conte, «come commissione abbiamo visitato l’ospedale e la direzione sanitaria ci ha presentato l’Ufa come un vero e proprio gioiellino, per il quale sono stati investiti qualcosa come 300 mila euro. Sono stupito che nessuno ci abbia informati di quelle che erano le reali intenzioni. Già l’anno scorso c’era stato il tentativo di spostarla allo Iov di Padova, ma si era riusciti a fermare l’operazione».

Cosa significa in concreto perdere il servizio? «Al paziente oncologico in cura», spiega, «sarà somministrato il farmaco solo dopo che sarà preparato a Schiavonia e con una continua staffetta trasporto a Piove di Sacco».

Semplice razionalizzazione dei costi? Per Lino Conte il disegno potrebbe essere più ampio e per nulla confortante.

«Stranamente si risparmia sempre a Piove di Sacco. Tra qualche tempo dovrebbe anche andare in pensione il primario di Oncologia, Adriano Fornasiero. Chissà quando e se sarà poi sostituito. Basti pensare che stiamo attendendo le nomine di Chirurgia e Anestesia da più di un anno. Per quello di Ostetricia abbiamo dovuto attendere due anni. Queste carenze disorientano la cittadinanza che logicamente ha anche iniziato a orientarsi verso altre strutture. Non vorrei mai che poi si arrivasse a dire, come è successo per il caso del punto nascite, che bisogna chiudere tutto perché non ci sono più i numeri sufficienti per giustificare la presenza di un presidio».

Quali azioni intende ora fare la commissione? «Nei giorni scorsi», conclude Conte, «ho scritto al direttore dell’ospedale, Carla Destro, per ricevere spiegazioni sullo spostamento dell’Ufa. Una delibera regionale chiede la chiusura solo delle unità che non rispettino i requisiti di sicurezza e qualità. Si può dire tutto questo di una nuova struttura come la nostra? Ai componenti della commissione consiliare ho chiesto invece, ciascuno per la propria corrente politica, di attivarsi con i propri referenti per cercare di trovare una soluzione».

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