Appello della piazza a Giordani «È ora di dire no all’inceneritore»

È questo il momento. È in questa fase - in questo mese - che Padova può costruire una solida opposizione alla quarta linea dell’inceneritore di San Lazzaro. La Società della Cura, che raduna tante realtà associative e sindacali della città, lo ha ribadito ieri in piazza dei Signori, in un’altra manifestazione convocata per dire - anzi, ribadire - il no all’operazione revamping, che rischia di far diventare Padova il centro dell’incenerimento rifiuti più importante del Veneto.
Convocare immediatamente una conferenza dei servizi per chiedere la sospensione del procedimento autorizzativo della quarta linea. Coinvolgere Comuni ed enti che gravitano nel raggio di venti chilometri, area d’impatto dell’impianto individuata da Hera. Permettere ad associazioni e comitati che ne faranno richiesta di partecipare, in qualità di uditori, alla conferenza dei servizi. Sono le tre richieste che arrivano dalla Società della Cura e che tre consiglieri di Coalizione Civica - Daniela Ruffini, Stefano Ferro e Roberto Marinello - hanno trasmesso al sindaco con una lettera. Nella quale si sottolinea che «il Comune può giocare un ruolo importante in conferenza dei servizi». E può farlo anche prima di quel passaggio, producendo «approfondite osservazioni tecniche e qualitative nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale in corso entro il termine del 31 marzo».
Tra l’annoso problema dell’inquinamento atmosferico di cui soffre la città e la pandemia, la piazza ha incentrato sul tema della salute questa sua nuova protesta. «Un inceneritore più potente non serve, le linee 1 e 2 vanno smantellate comunque, a prescindere dalla costruzione della nuova linea, perché Padova vuole andare verso il traguardo di rifiuto zero. Intanto potenziando la differenziata, come sta facendo grazie alla diffusione del porta a porta, e poi investendo energie e risorse sul riuso, sul riciclo». Questo il messaggio lanciato dagli scalini della loggia. «Si sta investendo tanto sul nuovo sistema di differenziata», ha sottolineato anche Stefano Pieretti, coordinatore del sindacato di base, «non c’è nessuna necessità di incrementare la potenzialità dell’impianto. La verità è che si tratta di una scelta solo economica». Anche per questo i manifestanti hanno chiesto al Comune un’opposizione ferma: «Non serve approvare dichiarazioni d’intenti se poi non si dà seguito alle volontà espresse», è stato detto. Concetto ripreso anche dalla stessa Ruffini che ha ricordato la delibera sull’acqua bene comune, approvata quasi due anni fa e rimasta completamente disattesa. —
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