Aps caccia l'autista con la patente venetaE lui ribatte: pago per la mia fede
Fermato dai carabinieri, Gabriele De Pieri aveva mostrato la patente veneta. Ora non potrà più prestare servizio per conto di Aps. Ma lui ribatte: «Sono stato discriminato per le mie idee e per la mia fede»

Gabriele De Pieri alla guida del bus Aps numero 4
PADOVA. Aps non lo vuole più a bordo dei bus cittadini. Ci ha pensato il presidente di Aps Holding Amedeo Levorato a spezzare ogni indugio: l'automobilista che, fermato dai carabinieri, ha esibito la nuova patente veneta, è stato allontanato dagli autobus in servizio nella città e nell'hinterland. Gabriele De Pieri, 44 anni, residente a Loreggia e dipendente dell'azienda di trasporti Michelotto di Vigonza (che ha preso in appalto alcune linee di trasporto pubblico) non potrà più prestare servizio per conto di Aps. Ma lui ribatte: «Sono stato discriminato per le mie idee e per la mia fede».
Levorato categorico.
«Ma quale venetista. Una persona con quella testa all'Aps Holding non lo vogliamo più vedere. Abbiamo già scritto all'azienda privata, alla quale abbiamo sub-appaltato il servizio delle linee 4 (Capolinea nord del tram-Cadoneghe) e 19 (Capolinea-Vigodarzere) sino alla fine di marzo, per non farlo più lavorare sui nostri bus. Che vada a prestare servizio altrove. Un tipo simile è meglio perderlo per sempre che continuare a vederlo in divisa alla guida degli autobus dell'Aps». A parlare così è il presidente dell'azienda municipalizzata di Padova, Amedeo Levorato, che non ha peli sulla lingua. «Non deve più salire sui nostri bus anche perché noi dirigenti di Aps Holding siamo stati presi in giro da questo personaggio così singolare - aggiunge Levorato -. Come mai, quando nei primi giorni di gennaio ha iniziato a guidare i numeri 4 e 19, ha presentato ai suoi superiori, negli uffici di via Rismondo, la vera patente, che gli è stata regolarmente rilasciata dalla Motorizzazione Civile e dalla Prefettura, mentre, quando è stato fermato dalle forze dell'ordine a Campodarsego a bordo della sua automobile, ha tirato fuori dal cruscotto la cosiddetta patente venetista? Non mi faccia dire altro. Qui siamo assistendo ad una vera boutade di pessimo gusto, sulla quale è meglio calare il sipario subito perché, altrimenti, rischiamo di fare solo pubblicità gratuita a gente che non merita neanche di essere salutata quando s'incontra per strada».
La difesa.
Ma De Pieri non si perde d'animo e continua quella che definisce: la sua personale battaglia. «Il sindaco di Padova Flavio Zanonato ha fatto pressioni in Aps per non farmi più lavorare lì. Quindi se ero dipendente dell'Aps a quest'ora mi trovavo senza lavoro. Io invece sono lavoro per la ditta Michelotto di Vigonza che mi ha dirottato in altri servizi. Pur non essendo italiano la costituzione la conosco eccome: le amministrazioni dovrebbero garantire il diritto al lavoro. Cacciare una persona con idee contrarie è un abuso di potere. Nel 1997 mi sono dichiarato non italiano e ribadisco che sono fiero di essere veneto». Ma il suo titolare non le ha chiesto spiegazioni? «Mi ha chiesto cos'è successo ma poi mi ha detto di stare tranquillo. In 20 anni non ho mai avuto incidenti o multe. Per quel che riguarda il Veneto, io sono sovrano nel mio territorio. L'amministrazione italiana è abusiva: i padri mi hanno lasciato questo dono». Ma lei è veneto o venetista? «Io sono veneto, non venetista. Sono un discendente diretto dei veneti della Repubblica Serenissima e mi sono appropriato della mia sovranità originaria. Questa è la mia fede e questo è il credo per cui combatto e per cui ho scelto di restare senza famiglia».
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