Armi trafugate, carabiniere patteggia

Diciotto mesi al brigadiere di Conselve, l’ex comandante dei vigili del fuoco di Este chiede invece il rito abbreviato

ESTE. Armi da rottamare che invece di essere pressate e polverizzate al Ce.Ri.Mat tornavano in circolazione. Non poche, centinaia e centinaia. Per la Dda di Cagliari tutto ruotava attorno alla figura dell’allora comandante dei vigili del fuoco del distaccamento di Este, Renato Bazzan, già consulente di diverse procure in qualità di esperto d’armi. Era lui che le rimetteva in sesto, le riparava e le piazzava. Bazzan, difeso dagli avvocati Davide Pessi e Jacopo Al Jundi, nella scorsa udienza davanti al Gup di Cagliari ha chiesto il rito abbreviato condizionato ad una consulenza tecnico balistica - per dimostrare meglio le caratteristiche delle armi poste sotto sequestro - e il giudice ha accettato. Il 17 maggio sarà sentito il consulente e ci potrebbe già essere la sentenza. I due legali difendono anche il figlio di Bazzan, Willy, pure lui pompiere, seppur non fisso e pure per lui si procederà con il rito abbreviato. Ha invece già patteggiato, un anno e 6 mesi di pena Massimo Solito, 55 anni, brigadiere di Conselve in servizio alla Legione Carabinieri di Padova: per l’accusa aveva ricevuto da Bazzan parti di armi provenienti dal delitto di peculato, ben consapevole della provenienza delittuosa. Anche se la sua posizione era da subito parsa più defilata rispetto all’armaiolo Bazzan. C’è poi da attendere il futuro processuale del luogotenente dell’Esercito Giuseppe Mattei e dal dipendente Paolo Paris, entrambi in servizio al 15° Ce.Ri.Mat. L’accusa per loro è quella di trafugare armi intere o parti di esse, strappandole alle presse. In alcuni casi Bazzan le rendeva clandestine modificando la matricola. Il figlio Willy andava a consegnarle a Traversetolo (Parma) a Giovanni Antonio Mereu, di 47 anni, originario di Orgosolo in Sardegna, ma da anni trapiantato nel parmense, che aveva allacciato stabili legami con personaggi della criminalità calabrese - per quanto attiene il traffico di stupefacenti - e con trafficanti di armi operanti tra il Veneto, la Lombardia e l'Emilia-Romagna. Successivamente le armi venivano cedute a diversi componenti della banda che a loro volta le immettevano nel mercato clandestino sardo e calabrese. Il Ce.Ri.Mat si trova all’interno della caserma Bussolin: qui arrivano le armi raccolte da tutte le forze dell’ordine - l’esempio classico è di chi si vuole sbarazzare del fucile o della pistola del nonno e la consegna alla stazione carabinieri del suo paese - ma anche dalle procure della Repubblica. Se una persona si vuole disfare di un’arma, questa per forza di cose finisce qua. Arriva di tutto, dalla carabina al mitragliatore dell’Esercito o dei carabinieri che viene ritenuto troppo vecchio, ma anche armi storiche, risalenti alle Guerre Mondiali. I controlli dei mezzi in entrata e in uscita dalla caserma, che si trova poco distante dal carcere Due Palazzi, erano e sono molto stretti.

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