Arrestato giovane ’ndranghetista rifugiatosi a Padova

Ricercato per estorsione in stile mafioso, frequentava un corso di sub in una piscina di Abano

PADOVA. Si era rifugiato a Padova ormai da due mesi, alloggiava in un piccolo bed and breakfast in via Jacopo della Quercia. La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro lo ricercava per una rapina del 13 giugno 2015.

Lui, Rosario Pompeo Tavella (nella foto), 27 anni, a Vibo Valentia agiva per conto della ’ndrangheta. Il suo compito era quello di chiedere il pizzo ai pescatori che ogni giorno rientrano al porto con il pescato del giorno. Gli sventurati di turno avevano deciso di “pagare” con due tonni da 30 chili l’uno ma l’offerta è stata giudicata offensiva. In tre hanno massacrato di botte i due pescatori.

La Squadra mobile di Vibo Valentia si è messa in moto e ha rintracciato tutti e tre gli autori della violenta rapina.

Rosario Pompeo Tavella è stato rintracciato appunto all’Arcella. Agli agenti ha detto di aver scelto Padova per la vicinanza con Abano, dove sta seguendo un corso di sub in una piscina molto famosa della zona. In questi ultimi mesi aveva postato sul suo profilo Facebook numerose fotografie durante la sua permanenza in città. Due giorni prima dell’arresto, per esempio, è stato a mangiare il sushi in un locale in centro.

Nella mattinata di ieri, accompagnato dal suo legale di fiducia, si è costituito negli uffici della squadra mobile della Questura di Vibo Valentia Francesco Fortuna, classe 1994, pregiudicato, sfuggito venerdì scorso all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro, per estorsione aggravata dalle modalità mafiose e lesioni nei confronti dei fratelli Gambardella.

Il terzo in manette, invece, è Rosario Primo Mantino. Sono stati così assicurati alla giustizia tutti e tre i presunti autori del grave episodio.

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