Arrivano le cavallette sui Colli e attaccano gli ulivi in fioritura

Seppure in ritardo avvistata il flagello Barbitistes vicetinus su Monte Lonzina e Passo del Vento, il biologico è indifeso  

Gianni Biasetto / TORREGLIA

Torna l’allarme cavallette sui Colli Euganei. La terribile Barbitistes vicetinus, seppure in ritardo di un paio di settimane rispetto alle scorse stagioni, ritardo che ha permesso ai germogli della vite di salvarsi, in questi giorni sta attaccando i fiori dell’ulivo negli impianti limitrofi alle aree boschive esposti a sud dei comuni di Torreglia, Teolo, Cinto Euganeo, e Vo’. Le zone maggiormente colpite, per ora, sono quelle sul versante ovest del monte Lonzina, in via Liviana tra Teolo e Luvigliano, e del Passo del Vento tra Teolo e Vo’.

Si prevede, com’è successo in passato, che presto questo ortottero che si nutre di foglie e per quanto riguarda l’olivo degli apici dei germogli e delle mignole (fase che precede l’allegagione), originario di S. Germano dei Berici e Grancona, si sposterà nei vigneti. I metodi di lotta purtroppo non sono sempre efficaci, anche perché la specie è molto invasiva e nel periodo di maggiore presenza attacca intere aree boschive.

Qualche risultato l’hanno dato prodotti sistemici come i piretroidi a base di deltametrina. Insetticidi che non possono essere usati dalle aziende agricole che producono biologico. «Quest’anno pensavamo non arrivassero visto che di norma attaccavano i germogli della vite ai primi di aprile, invece da una settimana ne stiamo vedendo un numero sempre maggiore», afferma Emanuele Calaon dell’azienda Bacco e Arianna di Boccon, presidente di Terra Nostra Padova, la branchia di Coldiretti che raggruppa le aziende agrituristiche. «Aziende come la mia che producono olio e vino biologico hanno difficoltà a difendersi da questo vorace insetto perché non possono trattare con prodotti contenenti piretro. Sostanza che, tra l’altro, è fotosensibile e andrebbe impiegata di notte. Stiamo sperimentando un prodotto naturale a base estratto d’aglio».

Preoccupato per l’invasione di cavallette sugli Euganei è anche Paolo Barbiero, del frantoio di Valnogaredo e olivicoltore con oliveti ad Arquà Petrarca, Lozzo e Cinto Euganeo. «Nelle piante di olivo in questi giorni è iniziata l’allegagione e le cavallette sono ghiotte dei piccoli fiori bianco-verdi», commenta Barbiero. «Abbiamo la sensazione che quest’anno ce ne siamo meno, ma per ora è solo una sensazione. Siamo preoccupati anche per la cimice asiatica che nell’olivicoltura è un vettore di patologie. Quest’anno a Valnogaredo abbiamo installato una centralina meteorologica dedicata all’olivicoltura dei colli che fornisce gli ai produttori i parametri necessari per stabilire quando intervenire con i trattamenti». ––

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