Ascom, arriva la condanna per Chiesa e Vianello

Inflitti rispettivamente 6 e 9 mesi per l’appropriazione indebita di alcune somme dell’associazione di categoria, che sarà risarcita. Punito anche Paolo Toniato
PD 07 giugno 2006 G.M. Riunione all'ASCOM. Fernando Zilio (VIAGATO) Riunione all_ASCOM (VIAGATO)
PD 07 giugno 2006 G.M. Riunione all'ASCOM. Fernando Zilio (VIAGATO) Riunione all_ASCOM (VIAGATO)

di Cristina Genesin

Inaspettata e a sorpresa. È arrivata la condanna per gli ex vertici dell’Ascom padovana, l’allora presidente Gianfranco Chiesa, già al vertice della Camera di commercio e di molte altre poltrone che contano, e il suo braccio-destro Luigi Vianello con il collaboratore Paolo Toniato. Una doccia fredda per loro, presenti in aula, rimasti attoniti. Il giudice Claudio Marassi ha accolto in pieno la prospettazione della pubblica accusa, il sostituto procuratore Sergio Dini, condannando per diversi episodi di appropriazione indebita Chiesa a 6 mesi e 15 giorni di reclusione con una multa di 550 euro, Vianello a 9 mesi e 15 giorni con una multa di 850 euro e Toniato a 4 mesi e 15 giorni con 400 euro di multa. I tre avrebbero indebitamente incassato alcune migliaia di euro dalle casse dell’Ascom, direttamente, tramite assegni o carte di credito associative. Non basta. Gli imputati (difesi dai penalisti Barbara Bisinella, Emanuele Fragasso e Gianni Morrone) dovranno risarcire all’Ascom i danni patrimoniali: 3843,63 euro Chiesa, 11.001,74 Vianello e 5 mila euro Toniato, mentre solo Chiesa e Vianello sono tenuti a corrispondere anche i danni non patrimoniali fissati in 30 mila euro a testa. Tutti e tre sono stati condannati a versare una provvisionale immediatamente esecutiva (un’anticipazione del risarcimento) pari a 10 mila euro per Chiesa, 15 mila per Vianello e 5 mila per Toniato e a rifondere 18.324,14 euro di spese alla parte civile, ovvero la nuova Ascom post “Chiesa-pigliatutto” rappresentata in aula dall’avvocato Monica Cornaviera dello studio Pinelli. Per Vianello è stato pronunciata sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione in relazione ad alcuni fatti di appropriazione indebita commessi fino al 17 dicembre 2002: tra questi, l’acquisto di una valigia da 1.150 euro nel negozio Henry Cotton’s da regalare all’allora prefetto Gianvalerio Lombardi che aveva accompagnato di persona l’ex direttore il 10 ottobre 2007 e altre compere realizzate con la carta di credito dell’Ascom durante una vacanza a Lanzarote. Sia Vianello che Chiesa, invece, sono stati assolti (con la formula che la prova è contraddittoria o insufficiente) per due prelievi di oltre 11 mila euro tramite assegni.

Al telefono Chiesa, oggi ormai senza più alcun incarico di rilievo tranne che un posto di consigliere in Camera di commercio, non risponde. Al suo posto parla la moglie: «Mio marito ha avuto un intervento e non sta bene, è ancora convalescente... No grazie, non vuol parlare con nessuno». L’avvocato Cornaviera, per l’Ascom, esprime «piena soddisfazione perché è stata sposata la linea del pm e della parte civile. Il procedimento è partito con una denuncia dell’assemblea dei soci e questo aumenta l’orgoglio per il risultato. Il ricordo - sottolinea - va anche al gip Rita Bortolotti che ha avuto il coraggio di non accogliere la richiesta di archiviazione proposta dal pm Labate e dall’allora procuratore aggiunto Curtarello, ordinando l’imputazione coatta». «Le decisioni del giudice - ha commentato il presidente dell’Ascom in carica Ferdinando Zilio che aveva presentato l’esposto contro la gestione del “presidentissimo” Chiesa - se da un lato certificano la validità dell’azione intrapresa dal nuovo gruppo dirigente, dall’altro non fanno altro che confermare quanto i soci dell’Ascom avevano già stabilito in occasione della “rivoluzione” che ha cambiato pelle all’organizzazione: ovvero che era tempo che etica e trasparenza diventassero le stelle polari in quella complessa galassia che è il mondo associativo».

Sotto accusa era pure finita una contestatissima crociera, cui Chiesa e Vianello avevano partecipato con le rispettive consorti, oltre ad altre spese giustificate come “di rappresentanza” per acquisti che sono stati ritenuti di natura personale. Toniato si era impossessato di 5 mila euro custoditi nella cassaforte dell’Ascom: un dipendente dell’associazione aveva testimoniato di averlo visto all’opera. Era il settembre 2005. L’ex direttore generale Vianello (uno stipendio di 560 milioni di vecchie lire lorde annue) era appena stato licenziato dal nuovo gruppo dirigente.

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