Ascom: «Venditori abusivi a ogni incrocio: ora basta!»
Da 5 a 20 euro. Tanto ha pagato ieri chi ha deciso di acquistare un mazzetto di mimose all’incrocio della strada, da un venditore abusivo. Prezzi onesti, forse anche più di quelli applicati dalle fiorerie. Ma l’Ascom non ci sta. Ancora una volta il presidente padovano dell’associazione Fernando Zilio ha vestito i panni del giustiziere dei commercianti onesti: ieri mattina ha messo insieme un reportage che immortala tutti gli incroci stradali animati di ragazzi stranieri che vendono fiori.
E ha tuonato contro la piaga dell’abusivismo che mette in ginocchio il mercato, affidando il suo sfogo a una lettera inviata all’assessore Marco Carrai, il quale, da parte sua, aveva già provveduto a sguinzagliare per la città i vigili. «La città è invasa da venditori abusivi che offrono mimose a prezzi stracciati costituendo una concorrenza sleale nei confronti dei fioristi regolari che pagano le tasse, gli stipendi e i contributi ai dipendenti. Purtroppo, è evidente che l’abusivismo è un’onda inarrestabile e chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica, a tutti i livelli, deve farsi carico di una piaga, quella dell’abusivismo e della contraffazione, che sta letteralmente sradicando il nostro commercio legale che, per contro, andrebbe sostenuto e non abbandonato». Sempre Zilio, qualche giorno fa, aveva portato l’assessore regionale Elena Donazzan al Centro Grossisti, struttura che soffre la concorrenza degli ingrossi cinesi sorti come funghi in zona industriale. E un primo avvertimento contro gli abusivi della mimosa era arrivato l’altro ieri dal vicepresidente dei fioristi dell’Ascom, Pierpaolo Varotto, aveva lanciato l’allarme contro il fenomeno che si sarebbe presentato in occasione della festa della donna. «Il problema» ha detto Varotto, «è che i consumatori vengono doppiamente ingannati. Credono di offrire un’occasione a un malcapitato e non è così e finiscono per pagare molto qualcosa che vale poco. Nella migliore delle ipotesi, infatti, il venditore abusivo è funzionale a una rete commerciale ben strutturata che opera in totale dispregio delle norme commerciali e fiscali. Nella peggiore è invece il terminale di un’organizzazione che ha addentellati con la malavita organizzata».
«L’abusivismo dilagante» conclude Zilio, «oltre che colpire duramente il commercio legale, finisce per arrecare un danno al consumatore, ai venditori onesti e all’intera collettività privata di risorse che non entrano, come prelievo fiscale e come investimenti da parte delle imprese, nel sistema economico nazionale».
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