«Assembrati in cento a Padova per sostenere un esame di Medicina»

La denuncia degli studenti al sesto anno di Medicina per il test di Ortopedia. «Appello troppo numeroso per tenerlo in presenza, non è stato sicuro»
Esame di Ortopedia, l’appello all’esterno della struttura
Esame di Ortopedia, l’appello all’esterno della struttura

PADOVA. Un esame in presenza con cento studenti. Succede al sesto anno di Medicina: l’esame è quello di Ortopedia e fisiatria, corso tenuto dal professor Pietro Ruggieri. A presentarsi al primo appello della sessione, lunedì mattina alle 8, sono stati un centinaio di studenti del sesto e ultimo anno di corso.

L’esame si svolge in presenza nel rispetto delle indicazioni date dallo stesso Ateneo sullo svolgimento degli esami della sessione invernale.

A Padova, infatti, ai docenti è stata lasciata la possibilità di tenere gli esami in presenza, a condizione che siano rispettate le norme sul distanziamento e sul riempimento delle aule, e che sia garantita la possibilità di sostenere l’esame in via telematica a chi fosse impossibilitato a recarsi in facoltà.

L’esame di Ortopedia si è svolto in forma orale e gli studenti sono stati disposti in tre aule la cui capienza – ha fatto sapere il docente responsabile – era rispettata. La situazione, tuttavia, appariva già critica prima di entrare: alle 8 tutti i partecipanti all’esame hanno dovuto rispondere all’appello, e per farlo si sono dovuti radunare – tutti e cento – in uno spazio ristretto, pur all’aperto, in prossimità dell’edificio.

Al di là delle regole, molti studenti hanno avuto la sensazione di vivere una situazione di rischio. «Nessuno mette in discussione il fatto che il docente avesse il diritto di organizzare l’esame in presenza» ha detto Matteo Perilli, rappresentante degli studenti in Consiglio di corso.

«Il numero di iscritti per questo appello, però, era più elevato del solito e, ciononostante, si è scelto comunque di tenere l’esame in presenza. Io penso che, a prescindere dalle regole e dai numeri, fare un esame in presenza con la situazione epidemiologica attuale, non sia sicuro. Gli strumenti informatici si usano da un anno, e sono ormai consolidati. Non c’è alcuna necessità di mettere in pericolo tutti facendo esami in presenza, tanto più un esame orale».

Ma lo scontro tra studenti e docente si è consumato soprattutto su un’area grigia del regolamento, cioè quella che dovrebbe garantire la possibilità di sostenere l’esame a distanza per chi non ha la possibilità di recarsi in aula. La fermezza della Commissione sullo svolgimento dell’esame di Ortopedia in presenza avrebbe portato all’esclusione di questa possibilità.

Nonostante Ruggieri abbia ribadito che sarebbe stata garantita la possibilità di sostenere l’esame online a chi ne avesse fatto esplicita richiesta, molti studenti hanno confermato che, interfacciandosi con la segreteria didattica del dipartimento, l’unica opzione che veniva proposta a chi non poteva sostenere l’esame in presenza era la definizione di un appello straordinario in una data diversa per sostenere comunque l’esame in presenza.

Con conseguenze potenzialmente nefaste – spiegano gli stessi studenti – per chi è all’ultimo anno e rischia di far slittare la laurea.

L’Ateneo per parte sua ha comunque confermato che l’esame online è una possibilità che deve essere garantita, e che così è stato anche per altri esami del professor Ruggieri. —


 

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