Inizia la scuola, cantieri tram in ritardo: avanti con i bus sostitutivi

Ragona: «Ritardata la rottamazione di alcuni mezzi per non andare il sofferenza. Ora speriamo che il Sir 1 possa tornare operativo già la prossima settimana»

Edoardo Fioretto
Inizia la scuola a Padova ma i cantieri sono un incognita
Inizia la scuola a Padova ma i cantieri sono un incognita

Il momento della prova è infine arrivato. Un’estate di cantieri, manutenzioni straordinarie al tram, carenza di autisti dei bus e, infine, pure la minaccia del maltempo, hanno portato all’inizio delle scuole per 100.471 studenti.

Si direbbe una tempesta perfetta quella che investirà oggi la città del Santo, fatta non solo di pioggia battente, ma anche di pesanti disagi per quanto riguarda il traffico urbano.

E mentre gli studenti padovani torneranno sui banchi di scuola, verrà annotata sul registro una clamorosa assenza: per la prima volta da quando è in servizio, non sarà in pista entro il suono della prima campanella il tram della prima linea Guizza-Pontevigodarzere, oggetto di manutenzioni straordinarie.

Il giallo del tram

Resta ancora un’incognita quando le carrozze del Sir1 torneranno operative. Tra oggi e domani saranno svolti gli ultimi collaudi nei trecento metri del nuovo anello del piazzale stazione e i prossimi giorni il tram dovrebbe tornare a circolare senza passeggeri.

«La speranza è che possa tornare operativo la prossima settimana», spiega l’assessore alla Mobilità Andrea Ragona. Che chiarisce: «BusItalia ha ritardato la rottamazione di alcuni bus. Con quelli si dovrebbe riuscire a garantire il numero di corse necessario per trasferire gli studenti, pur mantenendo i bus autosnodati sul servizio sostitutivo del tram». Spegnendo così le polemiche dei sindacati che «hanno espresso delle preoccupazioni condivisibili», riflette, pur ribadendo che la soluzione temporanea sarà avvantaggiata dall’ingresso scaglionato nelle aule degli istituti tra le 8 e le 9.

Ritorno sui banchi

In ogni caso, il suono della campanella segna questa mattina il ritorno sui banchi per 100.471 studenti padovani, in linea con l’avvio del nuovo anno scolastico in tutto il Veneto. Tra loro i “remigini”, i bambini della prima elementare, accompagnati dai genitori. La distribuzione per ordine di scuola vede al primo posto le superiori con 38.777 alunni, seguite dalla primaria (33.092), dalle medie (23.951) e infine dall’infanzia (4.651). Le classi complessive sono 4.845.

Come avviene da alcuni anni, il calo demografico si fa sentire: circa duemila studenti in meno rispetto al 2024-2025, di cui 279 solo nelle scuole primarie (–4,7% rispetto allo scorso anno).

Quest’ultimo dato equivale a circa dodici classi in meno in tutto il territorio comunale che partiranno quest’anno. «In un paio di casi, laddove il numero legale di quindici studenti non sia stato raggiunto, sono state accorpate le classi», spiega l’assessora alle politiche educative e scolastiche Cristina Piva.

E dopo la chiusura della Fogazzaro per la penuria di studenti, causata dall’inverno demografico, adesso altri istituti sono a rischio: la Rodari a Mortise e la Levi Civita a Camin. «La chiusura sarebbe comunque difficile da programmare, perché i plessi hanno servizi in comune, come le palestre, con altre scuole del polo», chiarisce l’assessora.

Nuove nomine e assunzioni

Sul fronte del personale, nonostante le 900 immissioni in ruolo a Padova e i 1.575 supplenti annuali nominati, permangono difficoltà. Circa il 10% ha rinunciato all’incarico, spesso perché già in possesso di un impiego meglio retribuito. Il Ministero ha introdotto alcune novità, tra cui la conferma per continuità didattica di 390 docenti di sostegno indicati dalle famiglie. Assunti anche 133 collaboratori scolastici di ruolo, 280 supplenti Ata, 45 assistenti amministrativi e 11 tecnici.

Resta il nodo del reperimento di personale disposto a trasferirsi al Nord. Con stipendi che difficilmente superano i 1.200 euro e affitti sopra i 500, molti collaboratori provenienti dal Sud hanno preferito non accettare. La situazione varia da scuola a scuola: «Mi mancano pochissimi docenti, meglio dell’anno scorso» osserva Concetta Ferrara, dirigente del Nono Istituto comprensivo.

Più critica, invece, quella del Da Vinci, dove il reggente Giuseppe Turetta ammette: «Mancano diversi insegnanti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario, ma sono ottimista: le nomine sono ancora in corso».

Il nuovo anno scolastico parte dunque con luci e ombre, tra numeri in calo, cattedre da coprire e la determinazione di una comunità scolastica che, nonostante le difficoltà, rimette in moto l’ingranaggio. —

Ha collaborato Felice Paduano

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