Asta milionaria: comprata per 3 milioni la sede della storica Editoriale Zanardi

PADOVA È stato venduto all’asta martedì scorso il complesso immobiliare sede dell’Editoriale Zanardi in via Venezuela 3.
Un compratore ha offerto la cifra minima per assicurarsi la proprietà del grande edificio, pagando 3 milioni e 75 mila euro, si partiva da 4 milioni e 100 mila euro.
La storia di questa asta parte da lontano, dal 13 febbraio del 2014 quando il titolare Giorgio Zanardi, 74 anni, dopo una vita in azienda decide di togliersi la vita, impiccandosi proprio nello stabilimento. Sarà il capoturno alle 7 del mattino a trovarlo morto.
L’azienda stava sprofondando nei debiti e lui che l’aveva vista nascere e svilupparsi non ce l’ha fatta a resistere. Prima di uccidersi aveva lasciato alcuni biglietti.
In uno aveva annotato tutti i milioni di rosso (nel bilancio aziendale 2012 si faceva riferimento ad un passivo di ben 25 milioni di euro), concludendo il messaggio con una frase che spiegava il suo stato emotivo: «Nessun avvenire».
Nata come legatoria artigiana, l’azienda aveva avuto un boom negli anni Settanta con l’entrata nel mercato della rilegatura delle enciclopedie a fascicoli. Nel 1999 l’azienda fatturava 30 miliardi di lire (120 con le società del gruppo) ed esportava l’80% all’estero. La morte dell’imprenditore aveva lasciato aperto il problema del futuro dei lavoratori visto che l’azienda era destinata alla chiusura. Nel luglio 2018 arriva il fallimento ma in quella data la nuova coop va a gonfie vele.
Dalle ceneri dell’azienda infatti i lavoratori si sono accordati tra loro per far nascere - dal 26 maggio 2014 - la Cooperativa Lavoratori Zanardi che ora conta 44 dipendenti (38 soci e 6 dipendenti). Nel 2019 il fatturato è stato di 4,4 milioni di euro e la previsione è di arrivare a 5 milioni grazie anche al lavoro del manager Mario Grillo.
Nulla trapela dall’amministratore della coop (che vende il 30 per cento dei libri prodotti all’estero) sugli acquirenti dell’azienda: se sia stata acquisita dalla sua coop. «Non posso rivelare nulla», la risposta. In una recente intervista Grillo auspicava di far diventare la coop sempre più un’azienda di riferimento per l’editoria allo scopo di mantenere il know out accumulato negli anni producendo dei libri di per sé belli.
«La soddisfazione è stata vedere che con lo sforzo di tutti si è potuto tornare ad un’azienda con i bilanci in ordine per poter dare una sicurezza del posto di lavoro a delle persone che avevano sofferto parecchio» ha assicurato Grillo. Il complesso passato di mano è di circa 10.400 metri quadri e 2.500 metri di uffici con un ampio scoperto.
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