Attentato alla Veronesi “No Ogm”, bruciati 15 tir

OSPEDALETTO EUGANEO. I botti degli pneumatici che scoppiavano si sono sentiti a chilometri di distanza. Le fiamme e i fumi che provenivano dal rogo erano visibili anche ad Este. Gli odori della combustione hanno investito le case vicine per tutta la notte. La notte d’inferno della Mangimi Veronesi di Ospedaletto Euganeo è cominciata alle 3 di domenica notte, quando una quindicina di camion posteggiati nello stabilimento di via Aldo Rossi si sono trasformati in grandi torce di fuoco, illuminando macabramente l’intero piazzale dell’azienda.
Ad accorgersi del rogo è stato un dipendente della Mangimi Veronesi che vive poco distante dalla fabbrica: a svegliarlo sono state le violente esplosioni che provenivano dall’azienda. Il fuoco appiccato alle motrici era arrivato alle ruote dei camion: le altissime temperature hanno fatto scoppiare i copertoni delle ruote tra veri e propri boati che hanno fatto sobbalzare dal letto numerose famiglie. Il dipendente ha provvidenzialmente avvisato le forze dell’ordine e la dirigenza del mangimificio.
Sul posto sono intervenute ben cinque squadre di vigili del fuoco, seguite dai carabinieri della Compagnia di Este. Il lavoro dei soccorsi si è rivelato estremamente pericoloso e delicato ed è durato fino a mattinata inoltrata: le fiamme, non a caso, sono state domate solamente dopo quattro ore. La pista dolosa è stata chiara sin da subito: a piedi dei serbatoi dei quindici camion andati in cenere sono stati recuperati resti di bottiglie di plastica e tracce di benzina. È stato questo il tipo di innesco scelto dai piromani per orchestrare il terribile spettacolo incendiario. Motrici, bilici e autocarri sono andati completamente inceneriti, e con essi anche le cisterne che erano cariche di mangime pronto per essere smerciato. Ogni camion conteneva 280 quintali di mangime, dunque il prodotto da buttare – perché bruciato o danneggiato dal calore - supera ampiamente i 4 mila quintali.
Ieri mattina l’ultima operazione messa in atto è stato proprio il trasferimento del prodotto guastato dalle cisterne a dei cassoni destinati allo smaltimento. Il danno totale, ancora da stimare al dettaglio, si conferma notevole e potrebbe superare i 2 milioni di euro: ai 250 mila euro di mangime si aggiungono i danni alle quindici motrici – di proprietà di padroncini e aziende che hanno in appalto il trasporto dei prodotti Veronesi – e alle cisterne, oltre al costo dello smaltimento del mangime che a causa del fuoco è diventato rifiuto speciale. C’è poi da aggiungere la perdita puramente commerciale derivata dall’attacco incendiario: ieri gli autotrasportatori sono stati costretti a turni d’emergenza per il trasporto della merce, è stata riattivata la produzione anche se domenica e per qualche allevamento c’è stato il rischio di ritrovarsi senza cibo per i propri capi.
A rendere ancora più inquietante l’episodio è stato il ritrovamento, in una parete a ridosso del parcheggio, di una vera e propria “firma” dell’attentato incendiario: una scritta piuttosto ampia, vergata con una bomboletta spray di vernice nera. “No Ogm No Allevamenti”, è il messaggio lasciato dai piromani, chiaro riferimento alle polemiche che da anni tormentano il Gruppo Veronesi in merito all’utilizzo e alla vendita di mangimi geneticamente modificati.
La pista, ovviamente, non può essere trascurata dalle forze dell’ordine – in via Aldo Rossi ieri mattina è arrivata anche la Digos – ma non può certamente soddisfare la sete di verità intorno al rogo di domenica notte. Gli inquirenti sono alla ricerca anche di eventuali immagini di videosorveglianza attive nello stabilimento e in zona.
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