“Attimi di jazz”, esposti a Padova 50 ritratti di Michele Giotto

Mostra personale del fotografo padovano, da quasi 40 anni sempre sotto palco ai concerti dei più grandi artisti jazz

PADOVA. Sono cinquanta ritratti di grandi artisti, quasi tutti passati in città nelle rassegne jazz, ma Michele Giotto li ha catturati anche altrove nelle sua interminabile ricerca nella luce di un genere musicale che lo appassiona. Venerdì 21 alle 18.30 nelle sale delle Ex Scuderie di Palazzo Moroni (via VIII febbraio) si apre la sua mostra fotografica dal titolo "Attimi di jazz": cinquanta ritratti fotografici in bianco e nero. Ci sarà ovviamente anche della musica dal vivo che è l’elemento in cui Giotto è costantemente immerso mentre opera nel buio delle platee. La mostra rimarrà aperta da sabato prossimo al 13 gennaio con ingresso libero. Orari: 9-13 e 15-19; chiuso il lunedì, Natale, Santo Stefano e capodanno.

Alla mostra sarà disponibile il catalogo con tutte le foto esposte e i contributi di Gabriella Piccolo Casiraghi, Francesco Martinelli, Stefano Merighi e Francesco Sovilla. Un bianco e nero rigoroso per il genere ma non istituzionale quello di Michele Giotto che restituisce le espressioni dei jazzisti durante i concerti o le prove. Molti sono quelli passati (più volte) sui palcoscenici cittadini come Benny Golson, ultra 80enne, l’anno scorso al Verdi con gli standard che tutti suonano ma che lui ha composto, a partire da “Blues march” o “I remember Clifford (Brown)”; o Petra Magoni che con la sua “musica nuda” incanta da anni assieme al sodale contrabbassista Ferruccio Spinetti. O il trombettista Lew Soloff uno dei cardini dell’Orchestra di Gil Evans (al Pio X nel 1986). Ed ancora il batterista Han Bennink e il clarinettista amante del klezmer Don Byron.

Bellunese di nascita, Giotto è cresciuto a Padova studiano al Liceo Artistico dove inizia l’interesse per la fotografia. Ma la tecnica cresce sotto Paolo Spezzani a Venezia e con Antonello Perissinotto, maestro della foto archeologica, con il quale matura una lunga esperienza quale stampatore di bianconero. Poi la foto si sposa con il jazz che lo fulmina a 18 anni durante un concerto dei Perigeo del 1974 in Fiera. E il jazz a Padova significava il periodo d’oro del Centro d’arte di cui è un vero archivio vivente. Dal 1981 diventa professionista. Dal 2008 è il fotografo ufficiale del Padova Jazz Festival.

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