Auditorium, archiviato Kada ora la scelta è Eremitani o Fiera

Avruscio “autoconvoca” la seduta del consiglio comunale: «Bisogna dire ai padovani come e dove si vuole procedere»

Dieci anni dopo, l’Auditorium (in piazzale Boschetti con il progetto di Klaus Kada) è di fatto archiviato. In compenso, potrebbe «traslocare»: insieme all’essenziale finanziamento della Fondazione Cassa di risparmio oppure nella rigenerazione del quartiere fieristico.

L’ora della verità.

È Giampiero Avruscio a portare fin dentro al “cuore” della maggioranza la battaglia, personale e politica, sull’Auditorium. «Ho depositato la richiesta di “autoconvocazione” del consiglio comunale» spiega il vice presidente Pdl dell’assemblea di palazzo Moroni, «Esauriti i margini della propaganda, si tratta di dire finalmente la verità ai padovani. E di indicare, di conseguenza, come e dove si intende procedere». Insomma, giunta (e maggioranza) con le spalle al muro. La richiesta è già stata sottoscritta dall’intero gruppo della Lega (Vunuleo, Littamè e Mariella Mazzetto), dal civico Aliprandi, da Cruciato (Udc) e da altri tre consiglieri Pdl (il capogruppo Foresta con Marchioro e Cavalla).

Capolinea.

Sarà l’addio alla Grande Opera del decennio Zanonato. Un concorso internazionale di idee (subito disertato da Massimiliano Fuksas); lo scambio patrimoniale con la Provincia; il passaggio di testimone dal vincitore Cecchetto al progetto Kada; fino a «scoprire» l’impatto gestionale (evidenziato da Sinloc) insieme alla non allocazione effettiva dei 35 milioni di euro della Fondazione Cariparo. Adesso non ci sono più margini di manovra: sipario sull’Auditorium in piazzale Boschetti di cui non si è mai vista nemmeno la prima pietra.

Ritorno al futuro?

Si torna a parlare di verde, come in origine, per l’ormai ex terminal dei bus. Il disegno urbanistico degli anni ’90 era nitido: un parco urbano collegato direttamente con i giardini dell’Arena romana, ma anche connesso all’ansa del Piovego. È molto più di una suggestione, soprattutto in tempi di default per la città delle gru, dell’immobiliarismo e della rendita in cemento.

Alternative.

E l’Auditorium? Potrebbe «ripartire» altrove. Da sempre, c’è chi - fuori e dentro il Comune - lo vuole all’ex Foro Boario di Prato della Valle. E nel frattempo, perfino l’Università ha realizzato il suo centro congressi fra il Portello e la Stanga.

L’iniziativa di Avruscio mira proprio a mettere Ivo Rossi con le spalle al muro. A ridosso delle Comunali 2014, occorre una sorta di piano B rispetto agli ultimi due programmi elettorali.Il bivio appare secco. Da una parte, l’intesa (e un vero “accordo di programma”) con Antonio Finotti e la Fondazione Cariparo. Dall’altra, la “rimodulazione” del centro congressi in Fiera. Auditorium agli Eremitani con la ristrutturazione dell’ex Tesoreria e le risorse necessarie all’operazione meno ambiziosa ma più sostenibile. Oppure un nuovo e diverso bando per trasformare l’ex palazzo delle Nazioni in sintonia con la musica. Un’opzione ridisegnerebbe il comparto culturale fra Giotto e Mantegna. L’altra risolverebbe l’impasse del progetto originario di Zanonato, Macola e Furlan con una “ripartenza” assai simile a quella del nuovo ospedale.

Rischio politico.

Insistere ancora sull’Auditorium di Kada esporrebbe giunta e maggioranza al rischio di un clamoroso flop.

Non è un mistero che più di un assessore sia «incompatibile» con il progetto. Giuliano Pisani, presidente della Commissione Cultura, incarna il “dissenso democratico” su piazzale Boschetti. E anche fra i consiglieri comunali iscritti al Pd è ormai sdoganata la libertà di coscienza. Sel, Rifondazione e dipietristi non farebbero troppa fatica ad archiviare definitivamente l’Auditorium rimasto sulla carta.

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