Auto fantasma, beffati 70 acquirenti

PADOVA. Spuntano come funghi in queste ore i clienti di Auto Più, la concessionaria di via Bezzecca che ha venduto decine di automobili che non ha mai consegnato, in quella che assomiglia sempre più ad una colossale truffa.
Tra i primi ad essere raggirati in ordine di tempo Numan Al Masri, siriano ma da oltre 30 anni a Padova, titolare della ditta Saya Elettronica di viale della Navigazione Interna. «Ho comprato da loro un’Audi Q5: ho versato 39 mila euro prima che si rendessero irreperibili», racconta. L’imprenditore, non appena ha capito di essere stato truffato, non solo ha sporto denuncia ai carabinieri di Padova, ma ha anche ingaggiato investigatori privati che indagassero sul conto del proprietario del concessionario di via Bezzecca.
Dalle indagini è emerso che stiamo parlando di una truffa milionaria. «Facendo dei calcoli, anche in base al numero di fatture emesse, e sentendo le varie persone che sono incappate in questo raggiro, si tratta di una truffa da un milione e 200 mila euro. In tutto sono almeno settanta le persone truffate», spiega Numan Al Masri, che ha raccolto anche diverse informazioni sul titolare di Auto Più, irreperibile ormai da una settimana. «È uno chef romano piuttosto conosciuto, ha partecipato anche a diverse trasmissioni in televisione, cosa che non mi riesco a spiegare se penso che ha architettato un piano diabolico come questo».
Gli investigatori dell’imprenditore sono infatti arrivati fino a Roma per trovare l’uomo che non rispondeva più al telefono e sembrava essere sparito nel nulla. «Hanno scoperto che questo personaggio aveva un’agenzia di catering insieme alla compagna, salvo poi cederle le quote prima di dicembre, fatalità mese in cui ha aperto Auto Più. Poi aveva quote anche in un’altra rivendita di auto a Roma, anche queste cedute a un’altra persona. Al momento risulta nullatenente».
Nella concessionaria di Padova, sempre secondo le indagini private dell’imprenditore siriano, avrebbe nominato un amministratore “particolare”: «Una persona che faticava a parlare in italiano e che il titolare usava come “testa di legno”». Insomma un piano studiato nei minimi dettagli per truffare quante più persone possibile e scappare poi con i soldi. «Gli investigatori privati sono comunque riusciti a rintracciarlo a Roma, in un’agenzia di pratiche automobilistiche, dove risultavano aperte tre pratiche: una per un Range Rover Evoque, una per un’Audi Q5 che si stava intestando a lui, e una per una Kia Sportage».
Tutte automobili che il concessionario Auto Più vendeva, o meglio ha venduto, tramite gli annunci pubblicati su Autoscout. «Quando ha visto gli investigatori li ha aggrediti e ha addirittura cercato di investirne uno. A questo è rimasta la targa dell’automobile in mano. Chiaramente sono andati a fare denuncia ai carabinieri di Roma, ma finora non abbiamo notizie».
Nel frattempo in via Bezzecca nella sede della concessionaria non si muove foglia. Rimane il cartello alla porta con scritto che sono andati all’estero ad acquistare altre automobili. Rimane il numero a cui rivolgersi, sempre staccato. E rimane in vetrina anche la famosa Kia Sportage, unica automobile rimasta, venduta a più di un acquirente. «Dobbiamo aggregarci tra noi truffati e muoverci insieme per vie legali», dice Numan Al Masri. «Purtroppo si sa come vanno queste cose, ma forse se siamo in tanti e soprattutto se si scopre che il raggiro è ancor più grosso, può essere che si riescano ad accorciare i tempi della giustizia».
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