Autocertificazioni false per ridursi l’affitto, ex poliziotto nei guai

Padova, accusato di indebita percezione di erogazioni pubbliche.  Non dichiarava i redditi dei congiunti: l’Ater avanza 31 mila euro

PADOVA. Ha pagato per anni all’Ater un affitto mensile di 411 euro per l’appartamento in cui vive dichiarando che moglie e figli erano senza redditi. Un falso visto che i congiunti guadagnavano. E che, in base alla sua situazione economica familiare, avrebbe dovuto versare un canone di locazione di oltre mille euro al mese. Così Luigi Impagliazzo, ex poliziotto in pensione originario di Napoli, ora proprietario di quell’appartamento in via Pinelli, si ritrova sotto inchiesta.

L’indagine L’accusa è pesante: indebita percezione di erogazioni ai danni di un ente pubblico, l’Ater di Padova (Azienda territoriale di edilizia residenziale, ex Iacp). Ater che ha costruito il complesso residenziale nel quartiere Crocefisso dove si trova via Pinelli.

L’inchiesta è stata avviata dal pubblico ministero Silvia Golin dopo una segnalazione dell’Ater che aveva incrociato alcuni dati nell’ambito di periodiche verifiche sui locatari. Gli accertamenti sono stati affidati alla Squadra mobile: consultando il portale dell’Agenzia delle Entrate è stato constatato che moglie e figli di Impagliazzo avevano regolarmente presentato le dichiarazioni dei redditi tra il 2014 e il 2017, quadriennio nel corso del quale il titolare del contratto aveva versato un canone di importo inferiore a quello dovuto secondo le condizioni reddituali effettive.

Per ridurre quella voce di spesa, Impagliazzo si sarebbe ingegnato.

La furbata Ed ecco escogitato il meccanismo. La presentazione di autocertificazioni che attestavano il falso, ovvero che moglie e i due figli erano privi di reddito. Così nel 2014 il pensionato omette di dichiarare il reddito della moglie (11.838 euro), del figlio (2.069 euro) e della figlia (792 euro): il canone d’affitto sarà di 411,05 euro al mese contro i 1008,33 previsti. Da qui l’indebita erogazione incassata nell’anno di 7.167,36 euro. Nel 2015 omette il reddito della moglie di 12.332 e del figlio pari a 365 euro: l’affitto sarà di 411,84 anziché 1008,33 (indebita erogazione di 7.157,88 euro); nel 2016 non dichiara il reddito della moglie di 12.435 e dei figli (rispettivamente di 604 e 3.283 euro) facendosi riconoscere un canone di 411,52 invece di 1260,41 (indebita erogazione di 10.186,68 euro); infine nel 2017 tace il reddito della consorte di 12.673 pagando un affitto di 430,72 anziché 1008,33 (indebita erogazione di 6.931,32 euro). È stato lo stesso Ater a calcolare e comunicare alla procura il risparmio di spesa dopo avere ricevuto la documentazione dalla questura. Un risparmio per il locatario, di fatto finito sulle spalle della collettività. Come prevedono le norme il pm Silvia Golin ha chiesto il sequestro preventivo di 31.690 euro. Sequestro accordato dal gip. I motivi? Le autocertificazioni sono state sottoscritte da Impagliazzo che non poteva essere ignaro dei redditi percepiti dai familiari. Inoltre il reato contestato rientra tra quelli per i quali, in caso di condanna, c’è la confisca obbligatoria della somma illegittimamente messa in tasca. In questo caso il risparmio per il mancato versamento dell’intero canone di locazione. —
 

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