Autostazione incompiuta a 5 anni dall’inaugurazione

PADOVA. Oramai si saranno abituati a sfidare ogni tipo di intemperie. Parliamo delle migliaia di passeggeri costretti ad aspettare ai marciapiedi delle 14 corsie dell’autostazione di viale della Pace la partenza delle corriere all’aperto. Con il freddo, il vento, la pioggia e la neve.
Eppure il progetto completo per la realizzazione del nuovo terminal degli autobus extraurbani, che nel 2012 ha sostituito il layout di piazzale Boschetti come autostazione cittadina delle corriere, andava ben oltre a quello esistente.
In pratica quasi tutti hanno dimenticato o fanno finta di dimenticare che l’infrastruttura è incompiuta.
Dopo i lavori di cinque anni fa, effettuati dal Comune per conto della Provincia (autorità di bacino nel settore dei trasporti), in base all’iter programmatico stabilito già prima del 2010, sarebbero dovuti essere realizzati anche un bagno pubblico per gli utenti, una sala d’attesa e anche un piccolo bar, come d’altronde c’era a piazzale Boschetti. Dopo oltre quattro anni, invece, gli utenti, oltre a dover aspettare il bus al freddo in inverno e al caldo afoso in estate, per fare pipì devono andare a pagare un euro ai bagni pubblici della stazione Fs che distano quattrocento metri.

Gli stessi spazi per la biglietteria, dove si alternano sei dipendenti della Siamic Express, sono angusti. I monitor per le comunicazioni ai viaggiatori, installati nelle corsie, non hanno mai funzionato e non si è fatto ancora niente per migliorare l’aspetto estetico e funzionale delle barriere metalliche che dividono l’autostazione con il park delle bici e con il parcheggio limitrofo, gestito da Metropark-Ferrovie dello Stato.
Chi ricorda molto bene la situazione è Ivo Rossi, assessore alla Mobilità ai tempi della giunta Zanonato ter e vicesindaco reggente prima dell’arrivo a Palazzo Moroni di Massimo Bitonci.
«Anch’io, ogni volta che parcheggio l’auto sul lato est della stazione prima di prendere il treno per Roma Termini, mi chiedo come mai gli amministratori che sono arrivati sia in Municipio sia a Palazzo Santo Stefano non abbiano mai ripreso in mano il programma dei lavori già delineati anni addietro» sottolinea Rossi.

«Basta dare uno sguardo veloce sia al parcheggio di Metropark e sia all’intera autostazione per constatare che si tratta di una vera opera incompiuta e, quindi, ci sarebbe bisogno urgente di portare a termine il progetto esecutivo. Speriamo solo che, dalle prossime elezioni amministrative, nasca una nuova giunta comunale, che sia in grado di realizzare, in tempi brevi, una vera autostazione con tutti i servizi accessori, degna di una grande e bella città come Padova».
Dall’altra parte, l’attuale amministrazione provinciale conferma che, per quanto riguarda Palazzo Santo Stefano dopo aver consegnato al Comune i soldi necessari per la realizzazione della nuova autostazione non sono previsti ulteriori finanziamenti per portare a termine i lavori, programmati all’interno del progetto esecutivo iniziale. Nel frattempo, in questo rimpallo, l’autostazione continua a restare senza sala d’attesa, senza bagni e con i monitor informativi che non funzionano.
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