«Autunno e inverno senza discoteche Il fatturato è a zero, settore in asfissia»

Parla Andrea Massaggia, il titolare di Extra Extra, Villa Barbieri e Q: «La riconversione ora è un rebus»  

l’intervista



«Abbiamo perso il cento per cento del fatturato. Siamo a zero. E non ci sono prospettive se non la riconversione, che però sembra garantire guadagni marginali. Qui c’è un mondo che sta venendo giù».

L’analisi di Andrea Massaggia, 54 anni, imprenditore del divertimento, è lucida e assai poco incoraggiante. E altrimenti non potrebbe essere, visto che possiede le discoteche Villa Barbieri, Extra Extra e Q.

«Con Villa Barbieri abbiamo lavorato 6 settimane, per un totale di una quindicina di giorni. Le altre due sono chiuse dal 22 febbraio scorso. Se va bene si riprende nel 2021. Sto aspettando che qualche economista mi dica come può sopravvivere un’azienda rimanendo chiusa due anni».

Dunque Massaggia, i suoi locali rimarranno chiusi?

«L’Extra Extra sicuramente. Villa Barbieri è un locale estivo, quindi rimarrà chiuso. L’unica incognita è il Q ma stiamo valutando di non riaprire».

Avete provato a pensare a una riconversione?

«L’unica riconversione possibile è, appunto, al Q di vicolo dei Dotto. Alcuni colleghi in giro per l’Italia hanno provato a trasformare locali come questo in cocktail bar, tentando la strada della cena con spettacolo musicale live. Purtroppo il business non tiene».

Come mai?

«Costi artistici alti e coperti limitati. Non ci stiamo dentro. Per questo potrebbe essere meglio tenere chiuso, giunti a questo punto».

Quante persone hanno perso il lavoro a causa del blocco dei suoi locali?

«Circa 40 persone ma il conto è molto più ampio. Intorno a una discoteca girano ordinazioni di bevande, tecnici del suono, specialisti in allestimenti. Tutto fermo. Questa una fotografia padovana ma la considero paradigmatica della situazione».

Ecco, ci parli di Padova. Come le sembra la situazione sul fronte del divertimento notturno?

«Partiamo da un punto: a oggi non ci sono strumenti di sostegno per questo settore. L’unico riflesso di questa situazione è l’aumento di fenomeni di abusivismo o raggiro delle regole: la palestra che fa finta di fare un corso di ballo e poi diventa una discoteca, i circoli che non si capisce a quali regole debbano stare, i bar-ristoranti. Nelle piazze ci sono assembramenti ogni settimana ma le discoteche devono rimanere chiuse».

State organizzando qualche iniziativa collettiva a livello di categoria?

«Il settore è ormai prossimo all’asfissia. Questa settimana il nostro rappresentante nazionale incontrerà il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Temo però che le notizie non saranno delle migliori. Se non riaprono gli stadi, figurarsi se fanno riaprire noi. Purtroppo le limitazioni di lotta al virus sono incompatibili con la nostra attività».

Da quanto tempo gestisce i suoi locali?

«L’Extra Extra l’abbiamo aperto nel 1986, Villa Barbieri nel 1994 e il Q nel 2002 al posto dell’ex cinema Quirinetta. Il nostro è un mestiere, non una improvvisazione».

Proprio perché si tratta di un mestiere che conoscete bene, non riuscite a immaginare una via d’uscita?

«L’unica via d’uscita è la riconversione ma, anche volendo, servono investimenti importanti. Anche ammettendo di trovare risorse economiche per farlo, chi si fida di fare un simile salto alla cieca. Pensiamo all’Extra Extra: è un locale fortemente caratterizzato, non è semplice ripensarlo. Lo stesso vale per Villa Barbieri. L’unico potrebbe essere il Q ma dobbiamo capire se ne vale la pena».

Come vi state muovendo, quindi?

«Stiamo vedendo alcune persone, stiamo cercando di capire se c’è interesse in un progetto nuovo. Stiamo facendo i conti, anche».

Con il Comune avete rapporti?

«Un dialogo c’è ma il Comune può fare ben poco per le discoteche, la normativa è nazionale».

Sarebbe ipotizzabile una cessione di spazi da gestire, come per esempio i navigli?

«Potrebbe essere un’idea se la situazione dei locali non si sblocca in qualche modo». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova