Aveva appena comprato la moto su cui è morto
ANGUILLARA. Lascia due figli giovani, la sorella e l’anziana madre Arcadio Navaro, il cinquantunenne vittima dell’incidente stradale di mercoledì sera. L’uomo stava tornando a casa, in sella alla sua moto, una Ducati Monster acquistata usata da poche settimane. Ancora poche centinaia di metri e, una volta oltrepassato il ponte sull’Adige, sarebbe arrivato a casa in pochi minuti. Invece lungo la strada provinciale 3 a San Martino di Venezze (Rovigo), si è scontrato con una Panda, guidata da un uomo del posto, che si stava immettendo da un vialetto poco prima dell’incrocio con via Penisola. Lo scontro ha sbalzato la moto e il conducente contro un palo dell’illuminazione. Per Arcadio non c’è stato nulla da fare, è morto all’istante. La notizia ha raggiunto rapidamente la vicina Anguillara e alcuni parenti e conoscenti hanno raggiunto il luogo del drammatico incidente e hanno visto il corpo a terra, sull’asfalto e la moto distrutta nel vicino fossato. L’esatta dinamica dell’incidente è al vaglio dei carabinieri di San Martino di Venezze e Crespino, intervenuti insieme ai vigili del fuoco, ma stando ai primi rilievi la Panda si è immessa sulla provinciale mentre sopraggiungeva la moto. In tanti hanno sottolineato come allo sfortunato Arcadio mancassero pochi minuti per arrivare nella sua casa in via Sabbioni. «Si era comprato la moto da poco», confermano alcuni conoscenti. «Aveva trovato da qualche settimana la Ducati Monster, usata. Parecchi anni fa aveva già avuto una moto, ma poi per diverso tempo non aveva più corso sulla due ruote. Di recente lo abbiamo visto di nuovo in sella, ma è sempre stata una persona prudente. A novembre Navaro avrebbe compiuto 52 anni, muratore, attualmente disoccupato, lascia due figli giovani: Kevin di 20 anni e una ragazza adolescente, di 15 anni. Ufficialmente era ancora sposato ma da tempo di fatto si era separato dalla moglie e viveva in via Sabbioni, dove lo raggiungevano anche i due figli.
Incredula e disperata l’anziana madre, Bruna, molto conosciuta in paese per la sua pluriennale attività di volontariato in parrocchia e in particolare nella scuola materna dove è molto amata. Accanto a lei la figlia Eleonora, unica sorella di Arcadio, chiamata ad occuparsi delle dolorose incombenze imposte da questa circostanza. «Non ho molto da dire», afferma ancora scossa, «non sapevo nemmeno che mio fratello si fosse comprato la moto. È stato sfortunato».
I funerali non sono ancora stati fissati, in attesa del nulla osta da parte dell’autorità giudiziaria. Arcadio aveva lavorato per diversi anni come muratore con le imprese del posto, fra le quali anche la ditta di uno zio, insieme al cugino. Poi la crisi dell’edilizia, che in questa zona si è fatta sentire, ha lasciato molti senza lavoro. Anche Navaro ha dovuto fare i conti con la disoccupazione, interrotta da alcuni impieghi saltuari ma sempre limitati nel tempo.
L’anno scorso era stato assunto dal Comune per sei mesi come lavoratore socialmente utile nell’ambito di un progetto di solidarietà finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Doveva occuparsi di piccoli interventi di manutenzione e, come riferisce il sindaco Luigi Polo, «ha svolto con impegno il suo lavoro. Si vedeva che era del mestiere e che aveva una lunga esperienza nel settore dell’edilizia».
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