Azienda, primo trapianto di mandibola artificiale

Primato italiano per Chirurgia maxillo-facciale. Flor: «Qui ricerca d’eccellenza» Protesi in titanio: il giorno dopo l’operazione il paziente era in grado di mangiare
Di Elisa Fais

È stato eseguito in Azienda ospedaliera il primo trapianto di mandibola artificiale d’Italia. La mandibola riprodotta è su misura, completamente in titanio, pesa 26 grammi, è biocompatibile e ha un costo pari a 3.500 euro. L’intervento è stato eseguito nel luglio 2015 su un sessantenne italiano affetto da osteonecrosi.

L’osso mandibolare era colpito da continue infezioni perché il sangue non circolava più: una condizione che causava al paziente fortissimi dolori e gli impediva di mangiare e parlare normalmente. Lo stato di salute dell’uomo era poi aggravato dall’assunzione prolungata di farmaci contro il cancro che contribuivano all’avanzamento dell’osteonecrosi. L’unica soluzione per lui era il trapianto di mandibola.

In sole quattro ore il team di Chirurgia maxillo-facciale ha portato a termine il delicato intervento e il volto del sessantenne è stato ricostruito con successo. Il giorno dopo l’operazione l’uomo era già in grado di mangiare. «Complimenti ai professionisti che danno la possibilità anche ai pazienti più gravi di condurre una vita normale», dichiara Luciano Flor, direttore generale, «l’intervento testimonia che, in Azienda ospedaliera, la ricerca è all’avanguardia e che i nostri medici sono in grado di collaborare in rete con altri centri».

L’operazione è stata eseguita dalle ricercatrici Giorgia Saia (nipote dell’assessore alla sicurezza) e Giordana Bettini, coordinate dal dottor Alberto Bedogni, esperto nel trattamento delle patologie ossee radio e farmaco indotte. La tecnica è stata progettata e sviluppata in stretto rapporto con ingegneri e bio-ingegneri di un’azienda italiana leader nel settore della ricerca e della produzione di dispositivi medici. «Ci troviamo difronte a un’innovazione tecnologica», spiega Giuseppe Ferronato, direttore del reparto di Chirurgia maxillo-facciale, «siamo gli unici in Italia ad offrire questa possibilità d’intervento di trapianto. In genere i pazienti oncologici affrontano operazioni di ricostruzione microchirurgica del volto trasferendo, ad esempio, porzioni di omero e di muscoli dove necessario. C’è un bacino di pazienti che non può sostenere questo tipo di operazioni lunghe e complesse perché affetti da altre patologie come cardiopatie o vasculopatie. Le nuove protesi aprono la strada ai pazienti oncologici critici che non sopporterebbero interventi complessi».

Il sessantenne non è l’unico paziente ad avere una mandibola artificiale. Il team padovano ha iniziato a mettere a punto la tecnica dal 2012: in quattro anni sono stati operati dodici pazienti oncologici fragili, tra i 50 e i 70 anni. «La protesi ha una sopravvivenza di circa 10 anni», specifica il dottor Bedogni, «finora non c’è stato nessun caso di dislocazione o frattura. Possiamo ritenerci soddisfatti: i pazienti hanno recuperato immediatamente le funzioni, hanno mantenuto l’estetica del volto e possono godere di una buona qualità di vita». Per realizzare la protesi su misura vengono elaborate a computer le immagini dello scheletro facciale. Il lato sano della mandibola viene specchiato sul lato mancante in necrosi per poter ricostruire in 3D l’intero osso. La protesi è stata costruita da un raggio laser che ha fuso per strati la polvere di titanio.

All’intera équipe sono arrivati i complimenti e il ringraziamento dell’amministrazione a nome della città.

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