Bambini drogati è emergenza oltre cento casi

La professoressa Facchin dell’Azienda ospedaliera lancia l’allarme: «Fenomeno in aumento, per i piccoli ci sono danni permanenti» 

Sono oltre cento i bimbi intossicati da sostanze stupefacenti che vengono presi in carico ogni anno dal Centro regionale per i maltrattamenti infantili dell’Azienda ospedaliera di Padova. Numeri in forte aumento, come denuncia la direttrice del Centro, la professoressa Paola Facchin. Il chemical abuse è la forma di maltrattamento sui minori che sta registrando il maggiore incremento. Droga, metadone e alcol: spesso le sostanze vengono mescolate, portando a mix micidiali per la salute dei piccoli, con danni talvolta permanenti.

«Questi casi sono purtroppo sempre più numerosi» conferma la professoressa Facchin, «e riguardano anche bimbi piccolissimi. Ne abbiamo avuto in cura uno di appena due settimane, intossicato dalla cocaina. Ci sono casi in cui ai piccoli vengono somministrate sostanze stupefacenti, cocaina in testa, o metadone, oppure farmaci o alcol. E spesso le sostanze vengono mescolate fra loro. Possono essere somministrate al bambino ma anche inalate perché consumate nello stesso ambiente dagli adulti, per esempio se fumano eroina. Nei bimbi piccoli le droghe vengono metabolizzate» sottolinea Facchin, «e sia per le dimensioni dei soggetti che per il cervello che si sta trasformando, hanno effetti molto pericolosi e provocano danni permanenti alla struttura cerebrale e agli organi». Diversamente da quanto si potrebbe pensare, il fenomeno non si verifica solo in famiglie disagiate e con conclamati problemi di tossicodipendenza: «Ci arrivano anche bimbi di famiglie di buon livello» conferma la direttrice del Centro, «dove la tossicodipendenza, più spesso da cocaina, viene tenuta nascosta».

La cura di questi bambini richiede più o meno tempo a seconda del livello di intossicazione: «A seconda dei casi possono esserci fasi acute di intossicazione con un quadro clinico grave, con problemi neurologici e cardiologici. I casi più complessi sono quelli in cui c’è la compresenza di più sostanze, per esempio il fenomeno che viene chiamato “accendi-spegni” con la somministrazione di metadone e poi di cocaina, oppure il “coca-etilene”, quando si danno cocaina e alcol. La cura» continua Facchin, «dipende dai sintomi, dalle dosi e dalla tipologia di sostanze somministrate. C’è poi da affrontare la fase delle crisi di astinenza e cercare di dare una diagnosi precisa dei danni permanenti. Abbiamo rilevato che dosi elevate di cocaina nei bambini sotto l’anno di età provocano danni vascolari periferici cerebrali che determinano atrofia dei neuroni. Questi muoiono e non si rigenereranno mai più. Ci sono poi danni metabolici per la mutazione che si provoca nei recettori: questi bimbi da adolescenti saranno più a rischio di sviluppare una dipendenza da stupefacenti».

Il Centro per i maltrattamenti infantili non si occupa solo degli aspetti clinici del problema. La presa in carico non riguarda solo il bimbo ma l’intero nucleo familiare, con il coinvolgimento del Tribunale dei minori, dei Servizi sociali e di tutte le istituzioni che possono avere un ruolo nell’assistenza e nel loro recupero. —

E.L.

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