Bancomat vuotati con una trappola “cattura-prelievi”

CITTADELLA. Il mini-prelievo da 20 euro serviva solo per fare da apripista, anzi, da apri-bocchettone del bancomat. Lì dentro i due complici piazzavano una trappola per banconote. Risultato: 23...
PD 13 agosto 2005 G.M. Interviste sui bancomat. (CARRAI) Interviste sui bancomat - Carrai
PD 13 agosto 2005 G.M. Interviste sui bancomat. (CARRAI) Interviste sui bancomat - Carrai

CITTADELLA. Il mini-prelievo da 20 euro serviva solo per fare da apripista, anzi, da apri-bocchettone del bancomat. Lì dentro i due complici piazzavano una trappola per banconote. Risultato: 23 sportelli bancari sabotati e decine di clienti derubati (anche se la banca poi rimborsa), soprattutto nel triangolo tra Castelfranco, Istrana e Vedelago. È finita perché i carabinieri sono riusciti a risalire agli autori : uno è stato identificato e denunciato (Marius Dobre, 30 anni, romeno senza fissa dimora), l’altro ancora no ma sembra questione di ore. Sono in tutto 23 i bancomat finiti nel loro mirino: 15 in provincia di Treviso, altri otto fra Cittadella e Vicenza: Unicredit, Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Popolare di Verona, Crediti cooperativi. Il meccanismo era semplice. I due effettuavano un prelievo minimo, 20 euro, al bancomat. Quando la bocchetta si apriva per l’uscita della banconota, infilavano la loro sorta di trappola, un pezzettino di ferro con due dentini. Il bocchettino poi si richiudeva.

La “trappola” serviva a catturare le banconote dei clienti successivi: quando qualcun altro andava a prelevare, riusciva a completare l’operazione senza però veder uscire le banconote. Quasi tutti pensavano a un guasto: «Vabbè, torno lunedì e lo segnalo alla banca», era il pensiero comune; i due, non a caso, piazzavano le trappole nei fine settimana, dal venerdì sera alla domenica.

Quando l’ignaro cliente se ne andava, tornavano allo sportello, estraevano il pezzettino di ferro (lungo una ventina di centimetri) sui cui dentini erano rimaste le banconote. Il colpo più grosso ha fruttato 500 euro, molti altri piccole somme. Complessivamente, i 23 episodi di “pesca” accertati dai carabinieri hanno fruttato ai due malviventi più di 1.500 euro. Le indagini, coordinate dal capitano Salvatore Gibilisco, continuano. L’errore del romeno e del socio è stato solo uno: utilizzare, per il prelievo-ariete, sempre la stessa carta di credito ricaricabile.

In quel modo è stato evidente il filo conduttore di quei 23 colpi: prima c’era sempre un prelievo da 20 euro effettuato con quella carta, emessa in una banca di Milano nel luglio del 2010. Da lì i militari sono risaliti a Marius Dobre, pluripregiudicato proprio per furti e manomissioni di bancomat, tutt’ora irreperibile. La denuncia è per furto aggravato e continuato.

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