Barbiere per 79 anni Attilio Gemo chiude lo storico negozio

«Ho tagliato la prima barba a un tedesco durante la seconda guerra mondiale. Nuove norme, non riesco ad adeguarmi»
Monselice (PD) 21 maggio 2020. L'86enne barbiere Mario Teresa chiude la storica bottega di via 28 aprile a Monselice dopo 79 anni di lavoro. Nella foto: l'anziano barbiere con forbici e pettini per l'ultima volta.
Monselice (PD) 21 maggio 2020. L'86enne barbiere Mario Teresa chiude la storica bottega di via 28 aprile a Monselice dopo 79 anni di lavoro. Nella foto: l'anziano barbiere con forbici e pettini per l'ultima volta.

MONSELICE

«Volevo festeggiare gli 80 anni di bottega come barbiere, ma per colpa del virus mi sono fermato ai 79 anni di attività», racconta con la voce rotta dell’emozione Attilio Gemo, 86 anni, storico barbiere di via 28 Aprile. Attilio ha cominciato a lavorare a soli 6 anni come garzone di bottega per Pietro Zerbetto in zona san Martino, dove da subito hanno cominciato a chiamarlo con il nome d’arte di “Mario Teresa”. «Era il 15 luglio del 1941 quando ho cominciato a imparare questo mestiere», racconta Attilio, «e imparavi a farlo bene e davvero, non servivano scuole, c’era “il paron” a insegnarti».

Sino al ’62 lavora come dipendente per aprire poi nello stesso anno una bottega nel centro di Monselice, che ora è costretto a lasciare. «Questo negozio è un cimelio storico, come me», ironizza Teresa, «non riesco per la mia età ad adeguarmi alle norme, e da luglio mi chiedono di mettere il registratore di cassa elettronico, non posso gestire tutte queste regole», racconta con un velo di tristezza nello sguardo.

Un barbiere inusuale in una bottega tappezzata di fotografie storiche, ricordi e stemmi, che si è sempre rifiutato di eseguire tagli di capelli troppo strani o tinte «io lavoro con passione, è questo che mi guida. Non faccio le cose “spetenà” che alcuni giovani mi chiedevano», racconta Teresa. Donatore Avis dal ’63 e appassionato di podismo: «non mancavano mai almeno due quotidiani e due riviste in bottega e nei tempi di pausa tra un cliente e l’altro, lo si vede sempre intento alla lettura», racconta l’amico e storico Riccardo Ghidotti, «sono un suo cliente e il 18 maggio, giornata di riapertura dei parrucchieri, ho trovato Teresa sulla porta affranto».

Il barbiere informa l’amico che non potrà più riaprire: «mi ha detto che è per colpa del virus che spegne il futuro che lui non può più continuare nel suo lavoro», spiega Ghidotti, «parole che pesano come un macigno per chi ha persino conosciuto tempi duri come la seconda guerra mondiale».

Teresa ha studiato solo sino alla quinta elementare, ma la cultura l’ha imparata nella vita, grande lettore, appassionato di musica, specialmente di lirica, melomane raffinato, tanto da avere tra i suoi clienti anche un famoso tenore e numerosi cantanti. Una persona riservata ma con la battuta pronta, sempre educato e spontaneo. «Ho tagliato la prima barba a 9 anni, a un soldato tedesco e ora devo riporre pennello, pettine e forbice. Ma tengo duro, se potrò, farò servizi a domicilio finché avrò vita e fin quando non mi vedrete sulle epigrafi che da sempre hanno tappezzato la vetrina della mia bottega». —



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