Barricate contro l’allevamento di polli
San Martino di Lupari, mobilitazione guidata dal sindaco per fermare il progetto della ditta Zarattini
SAN MARTINO DI LUPARI. «Sono sorpreso per la reazione al nostro progetto: dopo aver cominciato questo percorso sei mesi fa non avremmo mai immaginato tanta contrarietà. Anche perché il nuovo allevamento ha con se un valore aggiunto: come per tutte le sedi ci saremo rivolti a maestranze locali e ci sarebbero stati nuovi posti di lavoro». Stefano Zarattini, titolare dell’omonima azienda di San Martino, non si aspettava la levata di scudi contro il progetto di un mega allevamento di polli a Sant’Andrea Oltre Muson, frazione di Castelfranco Veneto, ai confini con la provincia di Padova. Lunedì sera nella sede frazionale si è data appuntamento praticamente tutta la comunità per esprimere il no a questa ipotesi. In prima fila il sindaco Stefano Marcon che ha anche “minacciato” di mettere i propri camion di traverso se i lavori dovessero partire. E insieme a lui, viva contrarietà è stata espressa da tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale. Non una voce si è levata a favore o almeno ha avuto un tono possibilista per un progetto che comunque, nei giorni scorsi, è approdato allo sportello unico per le imprese del comune castellano dove sarà sottoposta anche a valutazione di impatto ambientale che è compito della Provincia di Treviso, presieduta dallo stesso Stefano Marcon. «Anche il sindaco di San Martino ha espresso la sua contrarietà per questo progetto che sorgerà ai margini del suo territorio comunale», ha detto Marcon.
Il dibattito è stato a senso unico sulle possibili conseguenze, ovviamente negative, di questo insediamento: un aumento del traffico in una zona già compromessa dal passaggio dei mezzi pesanti, l’inquinamento idrico da farmaci e disinfettanti (in particolare da ammoniaca) e le patologie ad esso correlate, l’aumento esponenziale di Pm10, una puzza persistente perché l’abitato è sottovento: tutto per la presenza di oltre un milione di polli all’anno nella struttura. Una serie di tesi sui rischi di inquinamento che l’azienda smonta una dopo l’altra: «A parte il fatto che si confonde l’allevamento di polli con quello di galline ovaiole che è tutt’altra cosa», spiega il direttore Mauro Franceschini, «siamo sottoposti a rigidi controlli da parte di Arpav e Asl. Le acque reflue non vengono disperse, ma trattate separatamente secondo i rigidi dettami di legge. Quanto abbiamo sentito a S. Andrea non corrisponde al vero. Anche per i numeri degli animali, pari ad un terzo di quello dichiarato. Ci dispiace perché fa parte del nostro modo di operare avere sempre un approccio morbido, collaborando con la comunità. Non ci sembrava ci fossero perplessità quando ci sono stati contatti con l’amministrazione castellana».
Davide Nordio
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