Laurea magistrale a Mirco Tonin, morto dopo 17 anni di coma senza finire gli studi
Commovente cerimonia all'Università Ca' Foscari di Venezia per ricordare Mirco Tonin, ex studente di Este scomparso a 43 anni dopo un'emorragia cerebrale che lo aveva colpito nel 2007

L’Università Ca’ Foscari di Venezia ha conferito a Mirco Tonin, studente venuto a mancare lo scorso 15 maggio, un riconoscimento in memoria.
Mirco Tonin, di Este, è mancato all’età di 43 anni, in seguito a 17 anni passati in stato vegetativo a causa di un’emorragia celebrale che lo colpì all’improvviso a 26 anni, da poco laureato con la lode in Informatica, nel corso triennale.
Non era riuscito a terminare la magistrale per via delle condizioni vissute per anni: Unive ha voluto comunque dare un ulteriore senso a quel percorso avviato. «È difficile, oggi più che mai e più delle tante volte che ho compiuto questo triste gesto di ricordare studenti mancati, fare memoria di Mirco», ha introdotto con passione e coinvolgimento la prorettrice Luisa Bienati alla presenza della famiglia di Mirco, «perché oltre al dolore della perdita si unisce il dolore di un dramma improvviso che 17 anni fa ha cambiato il futuro di Mirco e della sua famiglia».
«Consegnare un attestato alla memoria va oltre un semplice riconoscimento alla carriera», aggiunge la prorettrice Bienati, «è un modo per garantire il diritto alla memoria individuale, non solo come ricordo ma come diritto all’identità personale anche dopo la morte. Consegnare questo attestato è anche un’opportunità per testimoniare come l’Università possa essere non solo un luogo di studio e di ricerca, ma di rispetto per la dignità di ogni individuo e di speranza per tutti i giovani che si dedicano a costruire il loro futuro».
Alcuni docenti, le cui strade si incrociarono con quella di Mirco Tonin, hanno voluto unirsi alla commemorazione del loro ex studente scomparso. «Mi piace pensare che il percorso di studi di Mirco racconti la volontà di costruire un futuro razionale, utile e positivo anche in un mondo complesso», racconta la professoressa Daniela Favaretto, «nella disciplina che insegno la soluzione non è visibile subito, si cerca, si esplora e si sbaglia, ma la cosa importante è non smettere di cercare. Mirko con la sua tenacia silenziosa era uno di quelli che non si arrendeva e pure nella lunga battaglia che ha affrontato c’è stata una forma di resistenza silenziosa ma profondamente umana».
«Anche il lutto può essere un occasione per risaldare i vincoli d’amore in una comunità», spiega il professore Flavio Sartoretto, «per questo uniamoci idealmente per ricordare Mirco e trarne uno stimolo per essere più fiduciosi nel futuro». La prorettrice Bienati ha infine consegnato l’attestato di laurea alla madre Vanna, che insieme al padre Efren hanno sostenuto il loro figlio nel corso dei terribili anni della malattia. «Condivido le parole del collega sul senso di essere una comunità», conclude la prorettrice, «che ricorda un suo figlio a cui ha voluto tanto bene». —
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