«Basta con i giudici onorari sottopagati se diventa un lavoro allora va retribuito»

Ostellari, senatore padovano presidente della Commissione Giustizia: «Problema da risolvere in fretta o sarà il caos» 

L’intervista

«Al Senato nella commissione Giustizia che presiedo, tra i temi in discussione c’è quello della magistratura onoraria. Ci sono diversi disegni di legge presentati, ma si tratta di progetti che introducono correttivi e non risolvono la questione. La Lega ha una sua proposta e io la caldeggio. La politica deve trovare soluzioni o si rischieranno altre condanne come quella del giudice del lavoro di Vicenza e allo Stato costerà molto di più». È l’avvertimento del senatore padovano Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia e avvocato di professione.

Il tema è di stretta attualità: la retribuzione della magistratura onoraria che comprende giudici di pace, vice procuratori onorari (vpo) e giudici onorari (got). Il 16 dicembre scorso il giudice del lavoro di Vicenza, Gaetano Campo, ha accolto il ricorso di un giudice onorario (un legale padovano). E ha stabilendo il principio che il giudice onorario ha diritto a percepire lo stesso trattamento economico del giudice ordinario (togato cioè professionista).

Presidente Ostellari, tante volte i magistrati onorari hanno protestato inascoltati perché hanno retribuzioni molto basse, un lavoro precario e nessuna e nessuna garanzia. Ora che succederà?

«Ripeto, questa sentenza pone un tema urgente alla politica. E se non ci pensa la politica a risolverlo, ci penseranno i giudici del lavoro a dare risposte a chi chiede giustizia in base al principio “mi paghi ciò che mi spetta”. Credo che anche il Governo si debba mettere intorno a un tavolo accogliendo la nostra proposta. Qualcuno ne ha di diverse? Si faccia avanti. Neppure i magistrati onorari sono d’accordo con la proposta del ministro Bonafede. Al contrario di altri disegni di legge, quello della Lega prevede una stabilizzazione che consentirebbe ai magistrati onorari attualmente in servizio di essere tutelati sotto il profilo contributivo ed economico. Di fatto la magistratura onoraria resterà tale mantenendo le stesse competenze e quella ordinaria nulla avrà a che vedere con essa. Gli onorari hanno costituito una colonna importante del sistema giustizia e sono stati puntualmente confermati nel loro incarico, incassando poco e senza alcuna tutelata anche in caso di malattia. Ecco il senso di questa proposta: trovare una soluzione idonea senza creare una magistratura di serie A e una di serie B».

Che cosa prevede?

«Intanto va fatta una precisazione: riguarda i magistrati onorari già in servizio ai quali si prevede di garantire un contratto a tempo indeterminato nello svolgimento delle funzioni che già esercitano con una retribuzione di 40 mila euro l’anno lordi a fronte di un impegno di almeno tre volte a settimana, oltre a oneri previdenziali e assistenziali fino al raggiungimento dell’età pensionabile di 70 anni. Oggi se un onorario è colpito da una malattia, è del tutto “scoperto”. A Palermo hanno proclamato addirittura uno sciopero della fame per denunciare questa situazione. Oppure se non si interviene, bisogna avere il coraggio di dire a queste persone: “Signori fino a oggi vi abbiamo presi in giro e ora vi lasciamo a casa”. Secondo noi, la proposta della Lega è la via giusta. Vedremo che ne pensa governo che potrebbe intervenire anche con un decreto legge».

La vostra proposta riguarda i magistrati onorari già in servizio. E chi in futuro entrerà nella magistratura onoraria?

«Oggi ci sono persone che hanno trasformato in lavoro l’attività di magistrato onorario. E non è colpa loro, ma dello Stato che lo ha permesso perché andava bene che queste persone lavorassero sottocosto. Da oggi in poi deve essere chiaro che non si può continuare a fare ricorso ai magistrati onorari impiegandoli come se lavorassero a tempo indeterminato. È necessario stabilire regole chiare per il futuro e incarichi a termine».

Tempi per intervenire?

«Anche a causa del Covid siamo stati bloccati e ora siamo concentrati sulla legge di Bilancio. Tuttavia alla presidente del Senato come commissione Giustizia abbiamo chiesto l’autorizzazione ad andare avanti sulla questione». —



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