Battiato: «Sono un compositore prestato alla musica leggera»

Questa sera in concerto a Padova, prima il pranzo dall’amico Giusto Pio. La filosofia di vita, le meditazioni, l’amore per Zanzotto e per la Sicilia. E la voglia di pausa dopo questo tour
Di Matteo Marcon
Franco Battiato in una foto dell'8 maggio 2008. ANSA/EPA/SANTI OTERO
Franco Battiato in una foto dell'8 maggio 2008. ANSA/EPA/SANTI OTERO

PADOVA. Con l'ultimo disco, “Apriti Sesamo”, Franco Battiato offre una testimonianza della sua ennesima reincarnazione artistica, che avviene, come sempre, nel segno della filosofia, del misticismo e di un austero impegno civile. Il cantautore siciliano sarà stasera sul palco del Gran Teatro Geox di Padova, per una data così attesa dai fan che gli organizzatori hanno deciso di fare il bis il 7 marzo (biglietti disponibili per entrambe le date).

Al sincretismo musicale che contraddistingue il suo stile, unendo classica, elettronica e rock, Battiato aggiunge la capacità di affrontare temi esistenziali rimanendo con i piedi ben ancorati a terra. Ha sedotto intere generazioni evocando luoghi esotici, gli alberghi di Tunisi (“L’era del cinghiale bianco”) così come le strade di San Pietroburgo (“Prospettiva Nevskij”).

Da cosa nascono queste citazioni topografiche?

«Mi sono sempre definito un sedentario costretto al nomadismo. Negli anni ’70 ho iniziato a viaggiare, soprattutto in Medioriente, e poco a poco mi sono accorto che la mente cambia in contatto con le altre culture, c’è uno scambio cui l’essere umano dovrebbe sempre tendere».

Arriva in Veneto. Ci potrebbe indicare un aspetto positivo e uno negativo di questa terra?

«Domenica sarò a pranzo da Giusto Pio, con lui ho un grande rapporto, amo molto anche la poesia di Zanzotto. In negativo penso ad alcuni aspetti della Lega, che a volte sbagliano nel non riconoscere gli altri».

Qual è il luogo dove si sente in pace con se stesso?

«Dove abito, in particolare per l’aspetto naturalistico della mia Sicilia: mi tiene in uno stato di grazia».

Il testo di “Un irrestistibile richiamo” recita così: “Gentile è lo specchio, guardo e vedo che la mia anima ha un volto”. Cosa vede Battiato attraverso lo specchio?

«Il mio ologramma, anzi un ologramma di un ologramma».

Può spiegarsi meglio?

«Anche la fisica quantistica ha sfiorato questo tema con una certa profondità, il nostro è un universo olografico. Quando arriverà il momento cruciale del passaggio ci accorgeremo che le cose stanno in maniera completamente differente da come appaiono».

Nella “Polvere del Branco” parla di una umanità impotente e prigioniera, raffigurando con efficacia una popolazione succube del consumismo e della propaganda. Cosa prova nei confronti di questo “branco”?

«Sono fermo nei miei ideali e nella mia scelta di vita, ho pena di chi pensa che rubare ed essere furbi sia un modo interessante di vivere, scendono veramente molto in basso».

In “Testamento” fa continui riferimenti alla reincarnazione, un pensiero che produce il distacco di sé dagli altri e dalla vita. Cosa significa, dunque, fare esperienza?

«Il distacco può sembrare apparentemente privo di amore, ma è esattamente il contrario. Consente di vedere le cose come sono, percepire gli altri esseri come senzienti e capire che hanno bisogno di aiuto. Non è possibile che ci si innamori di qualcuno e dopo qualche tempo questa persona diventi addirittura un nemico. Il distacco porta ad avere un rapporto equidistante e quindi oggettivo, direi perfetto da un certo punto di vista».

La prima cosa a cui pensa quando si sveglia? E prima di addormentarsi?

«Prima di addormentarmi ho dei rituali. Faccio meditazione due volte al giorno e alla sera, per 5 o 10 minuti, raccolgo le idee per un buon viaggio nel sonno. Poi quando mi sveglio dico “Toh, sono ancora qui”».

Musicalmente, come figura di cantautore sinfonico e sperimentale, si sente un po’ il Brian Eno italiano?

«Mi considero un compositore prestato alla musica leggera. Poi direi che Brian Eno è il Battiato inglese se vogliamo essere precisi».

Dopo “Apriti Sesamo” starà distante dalla musica leggera per un po’?

«Penso proprio di sì».

Questa sera alle 21.15 al Geox di Padova una delle ultime occasioni per ascoltare Battiato, prima delle prossima reincarnazione. (Biglietti a partire da 34,50 euro, informazioni 049.8644888).

Argomenti:concerti

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