Bcc, due licenziamenti scatenano protesta e disagio
Settecento bancari accorsi da tutto il Veneto: «No alla legge Fornero Non vogliamo pagare con i nostri posti di lavoro le scelte sbagliate fatte da altri»

Erano oltre i 700 i dipendenti delle Banche di Credito Cooperativo del Veneto accorsi davanti alla sede della Federazione Veneta delle Bcc di via Longhin a Padova per un'assemblea sindacale che si è rivelata subito un presidio con tanto di fumogeni, tamburi e bandiere. Una manifestazione che segue l'annuncio di licenziamento diretto di due colleghi, già dipendenti della Bcc Padovana, accolti dalla Federazione stessa e distaccati per due anni presso la Banca Credito Trevigiano.
Un licenziamento unilaterale che i sindacati e i dipendenti del sistema delle Bcc Venete hanno ritenuto un precedente pericoloso rispetto ad una situazione che vede i lavoratori ancora nell'occhio di un ciclone, fatto di fusioni e stati di crisi, fallimenti e accorpamenti in extremis che ha visto un taglio del 15% circa del personale negli ultimi anni e che rischia di vederne altri con la riorganizzazione del sistema in due grandi gruppi di riferimento (Iccrea e Cassa Centrale Banca). «In tutte le crisi che abbiamo affrontato fino ad oggi», hanno detto Delfo Azzolin, Riccardo Gresele, Gianromolo Bazzo e Giancarlo Pederzolli, rispettivamente coordinatori regionali di Fabi, Fisac Cgil, Uilca Uil e First Cisl «abbiamo sempre lavorato assieme alla dirigenza degli istituti ed alla Federazione veneta per assorbire le centinaia di esuberi degli ultimi anni tramite i fondi di categoria, il ricollocamento del personale, i prepensionamenti e gli incentivi volontari all'esodo e in tutti i casi in cui i dipendenti del sistema del credito cooperativo, in coerenza con un modello che ha nel solidarismo uno dei suoi assi portanti, hanno scelto di perdere qualcosa per garantire a tutti un futuro dignitoso. Anche nel caso della Bcc Padovana, da dove provengono questi due colleghi, siamo riusciti a far fronte al problema dei circa 90 esuberi emersi; la Federazione si era assunta la responsabilità di riassorbire a tempo indeterminato i due lavoratori, a fronte di un fondo che ha garantito due anni di stipendi ad entrambi. Ma non appena finiti i soldi i due lavoratori hanno ricevuto un procedimento di licenziamento individuale, a norma della legge Fornero, senza che i sindacati fossero coinvolti in alcun modo. Una modalità inaccettabile che non può diventare un precedente». I lavoratori temono che questa modalità possa diventare quella tipica per la risoluzione delle crisi. «Stiamo pagando con i nostri posti di lavoro scelte sbagliate altrui» ha detto Luisa, dipendente di una Bcc padovana. «Non permetteremo che i sacrifici fatti si risolvano in licenziamenti di questa natura, per noi e per i colleghi più giovani».
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