Beatrice uccisa da un’infezione a 22 anni

MONTEGROTTO TERME. «Spalle dritte, piccola soldatessa. Imbraccia il fucile e non aver paura di usarlo. Tu sei forte ora». Una frase, gli hastag #nonostantetutto e #smile, un emoticon a forma di fiore e poi una foto postata in Instagram tre settimane fa. Beatrice è su un letto di ospedale e ha una canula nasale al volto e una garza al braccio, ma il sorriso sereno e gli occhi vispi nascondono il segno di qualsiasi malattia. Perché Beatrice era così, e non solo dietro al filtro di uno smartphone o di un social: forte, fiduciosa e sorridente.

Martedì sera, tuttavia, la sua tenacia ha dovuto arrendersi di fronte al degenerare di una malattia: Beatrice Sattin, 22 anni di Montegrotto Terme, è stata vinta da un’infezione polmonare nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Verona, dove era ricoverata da almeno venti giorni. Beatrice soffriva di una malattia genetica, la fibrosi cistica, sin da bambina. La patologia che le ha tolto la vita – cominciata con una semplice infezione a fine maggio – pare tuttavia non essere necessariamente legata alla fibrosi.
La ragazza era seguita da tempo dal Centro Fibrosi cistica di Verona, ma aveva sempre convissuto serenamente con la malattia. Già martedì sera la famiglia Sattin, dopo l’ultimo saluto alla giovane, ha acconsentito all’espianto degli organi della ventiduenne, che aveva espressamente richiesto questo passaggio: «Beatrice è stata un dono», è il pensiero di papà Pierangelo, «Lo è stata per noi genitori, lo è stata per suo fratello e sua sorella, lo è stata per le centinaia di amici che aveva e ora lo sarà per le persone che vivranno grazie a lei. Non è stata una scelta facile, ma è quello che lei voleva». Beatrice Sattin viveva a Montegrotto Terme con papà Pierangelo e mamma Franca. Lascia nel dolore il fratello Giacomo e la sorella Giulia.
Si era diplomata all’istituto superiore “Pietro Scalcerle” di Padova, dove aveva frequentato il liceo linguistico e si era appassionata alle lingue straniere anche grazie a numerosi scambi interculturali all’estero. Terminate le superiori, aveva scelto di iscriversi al corso di Scienze e tecnologie della comunicazione dell’Università degli studi di Ferrara.
Le mancavano un esame e la tesi per conseguire la laurea ed era reduce da un tirocinio in una tv privata padovana: «Qui aveva preso il massimo dei voti. Il suo sogno era di diventare giornalista e per questo affrontava l’impegno di studio con grande passione e impegno». Una passione ereditata anche dai genitori, visto che il padre Pierangelo è stato tra i fondatori di Padova Radio Blu negli anni Settanta. Beatrice aveva una padronanza dei mezzi tecnologici, come dovrebbe essere per ogni professionista della comunicazione, ed in particolare dei social network. Le sue foto e i suoi post sui principali social hanno sempre avuto decine e decine di followers e di like. L’addio alla giovane studentessa sarà celebrato domattina, alle 10. 30, nel duomo di Montegrotto Terme. La famiglia Sattin ha chiesto che eventuali offerte e donazioni siano destinate al Centro Fibrosi cistica di Verona.
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