Bella ventenne padovana prostituta per la crisi

PADOVA. Liberata dai carabinieri una ventunenne padovana “schiava” di una maitresse albanese. La donna, 48 anni, albanese, residente a Castelfranco, (denunciata) si tratteneva metà dei compensi per gli incontri a luci rosse che venivano organizzati via web: l’albanese gestiva personalmente l’inserimento degli annunci sui siti specializzati e ora su di lei pende l’accusa di induzione alla prostituzione, ma anche di favoreggiamento e sfruttamento. La vicenda è emersa dalle indagini dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Castelfranco a cui si è rivolta la ragazza, pentita di aver dato ascolto a quella che in un primo momento sembrava un’amica, ma che invece era interessata solo ai soldi. La giovane che vive nel Padovano, era andata via di casa per dissidi con la propria famiglia. E ad un certo punto si è ritrovata in ristrettezze economiche. L’amica maitresse le aveva spiegato come avrebbe potuto facilmente mettere fine ai suoi problemi: semplicemente prostituendosi nell’appartamento in cui abitava. Probabilmente aveva immaginato che una ragazza così bella non sarebbe passata inosservata e che avrebbe fatto fruttare un bel po’ di quattrini anche a lei. Di fatto lei si sarebbe occupata del “marketing”: e, al giorno d’oggi, cosa c’è di più semplice, meno costoso e immediato che il web?
Detto fatto: le inserzioni circa la disponibilità della ragazza in un ambiente lontano da occhi indiscreti hanno cominciato ad apparire su siti per appuntamenti ma anche su quelli di generici annunci.
C’è da dire che la maitresse aveva visto giusto: giovanissima, bella e italiana erano le caratteristiche più gettonate per chi è in cerca di incontri hard.
Tanto, anche per influenzare il prezzo, non proprio indifferente, per ogni prestazione: duecento euro. Di questi, cento, ovvero la metà, finivano nelle tasche della 48enne, la quale però non si occupava solo della promozione via web di quella che si era rivelata una “gallina dalle uova d’oro”.
Il suo ruolo lo svolgeva anche ricevendo i clienti interessati alla ragazza. Quanti? Difficile dirlo al momento. Si tratterebbe comunque di una clientela variegata proveniente da più parti del Veneto, comunque tutti in grado di potersi permettere di sborsare duecento euro a incontro.
Ma dopo due-tre mesi di questa attività la ragazza ha riflettuto sulla situazione e ha deciso di dire stop, rivolgendosi ai carabinieri e raccontando la sua storia. E per la maitresse sono finiti i facili e lauti guadagni sulle sue prestazioni.
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