Belloni, la diplomatica che è di casa a Padova

PADOVA. I segnali d’intesa Di Maio-Salvini sembrano allontanare l’opzione di “Governo neutrale” ventilata dal Capo dello Stato ma se il dialogo tra M5S e Lega non culminerà in un accordo concreto, il...
Director General of Italian Ministry of Foreign Affairs, Elisabetta Belloni, during a conference of Directors of Italian Cultural Institutes at Farnesina Palace in Rome, 22 December 2017. ANSA/CLAUDIO PERI
Director General of Italian Ministry of Foreign Affairs, Elisabetta Belloni, during a conference of Directors of Italian Cultural Institutes at Farnesina Palace in Rome, 22 December 2017. ANSA/CLAUDIO PERI

PADOVA. I segnali d’intesa Di Maio-Salvini sembrano allontanare l’opzione di “Governo neutrale” ventilata dal Capo dello Stato ma se il dialogo tra M5S e Lega non culminerà in un accordo concreto, il ricorso ad Elisabetta Belloni, segretario della ministero degli Esteri e civil servant dai trascorsi padovani, tornerà d’attualità nell’agenda del Quirinale. Cinquantanove anni, allieva dei Gesuiti e laureata in scienze politiche alla Luiss di Roma, è una diplomatica di lungo corso che ha rappresentato l’Italia in vari Paesi e; nella nostra città ha vaste conoscenze e rapporti consolidati; suo marito, l’ambasciatore padovano Giorgio Giacomelli, scomparso nel febbraio dello scorso anno, ha cooperato lungamente con il circuito Cuamm, i Medici per l’Africa guidati da don Dante Carraro, manifestando una costante attenzione verso le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, fino a diventare il direttore generale del Dipartimento per la cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri. Tornando a Belloni, l’ambasciatrice vanta ottimi rapporti sia con il gran consigliere berlusconiano Gianni Letta che con Paolo Gentiloni (della quale è stata capo di gabinetto alla Farnesina) nonché con il mondo accademico tanto caro ai 5 Stelle. La sua competenza ed esperienza a livello internazionale hanno indotto Sergio Mattarella a ipotizzarne il ruolo di premier del possibile “Governo del Presidente” dopo averle tributato la nomina di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana per il lavoro svolto nell’ambito della cooperazione bilaterale in Africa e Asia.

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