Benetton ha un nuovo amministratore delegato: inizia l’era Airoldi

PONZANO VENETO. Marco Airoldi è il nuovo amministratore delegato di Benetton Group. Ponzano ha scelto un uomo di fiducia, già direttore operativo e poi generale in Autogrill dal 1996 al 2000, per succedere a Biagio Chiarolanza. L’avvicendamento avverrà il prossimo 8 maggio, in occasione dell’assemblea degli azionisti del gruppo convocata per l’approvazione del bilancio 2013 e per il rinnovo del consiglio d’amministrazione.
Nato il 23 gennaio 1960, laurea in ingegneria chimica al Politecnico di Milano e master in Business Administration alla Bocconi, sposato e padre di due figli, Airoldi si è occupato di Benetton anche dopo aver lasciato Villa Minelli: dal 2003 è senior partner e managing director del Boston Consulting Group, società per la quale è stato referente per la relazione con il Gruppo Benetton. Ora torna a casa, praticamente. Una scelta “interna” che potrebbe andare a braccetto con un’altra: quella di Gianni Mion alla presidenza al posto di Alessandro Benetton. Ipotesi, finora (era circolato anche il nome di Bruno Salzer, ex amministratore delegato di Hugo Boss quando faceva parte dell’impero Marzotto), ma che dal prossimo 8 maggio lasceranno il posto a comunicazioni ufficiali.
Ad annunciare il nome di Airoldi è stata ieri una nota di Edizione Srl, la cassaforte della famiglia Benetton che controlla il 100% degli United Colors. Sarà dunque l’ex direttore generale di Autogrill a guidare operativamente il piano industriale già tracciato da Benetton Group per rilanciare l’azienda. Il bilancio che sarà approvato tra meno di tre settimane farà registrare un calo dei ricavi attorno al 10% (rispetto agli 1,8 miliardi del 2012), con perdite a livello di Ebit che dovrebbero toccare i 64 milioni di euro. Si tratta del primo risultato negativo dal 2002, e la strada per cercare di uscire dallo stallo è già segnata: dal primo gennaio 2015 è prevista una riconfigurazione di Benetton Group, con scorporo delle attività manifatturiere (tessitura, maglieria, filatura, tintoria, confezione) e delle proprietà immobiliari. Uno spezzatino propedeutico alla ricerca di nuovi soci e magari pure a un ritorno in Borsa dopo il delisting del 2012 e a trent’anni di distanza dalla prima quotazione (era il 1986).
La prima Benetton senza un presidente che porti quel cognome ripartirà da qui. A Ponzano vogliono spingere sull’acceleratore degli investimenti (80 milioni nel 2013, 100 milioni quest’anno), forti anche di un indebitamento sceso sotto i 300 milioni dai precedenti 640.
E poi ci sono i maglioni, perché il core business rimane pur sempre quello. Chiarolanza, a Villa Minelli da quattro anni, ha guidato un percorso ora concentrato su focalizzazione dei mercati e sul concetto di masstige del prodotto, un po’ prestige e un po’ mass, per contrastare lo strapotere dei soliti noti, Zara e H&M. Obiettivo: offrire un prodotto di qualità superiore e concentrare le risorse sui paesi della Vecchia Europa (che vale ancora il 75% dei ricavi, il 39% rappresentato dall’Italia) e sui paesi dalla maggiore capacità di traino: India e Russia, ma anche Corea.
Tassello dopo tassello, è una vera rivoluzione per Benetton dopo la lunga guida di Luciano (per 47 anni) e quella breve (dal 24 aprile 2012) del figlio Alessandro. Resta da capire se sarà una rivoluzione all’insegna di una sorta di restaurazione, un ritorno al futuro targato Mion, o se dall’assemblea degli azionisti del prossimo 8 maggio uscirà un nome a sorpresa.
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