Bimbo menomato, genitori sotto accusa

Sarebbe paralizzato perché veniva scosso quando piangeva: il pm chiede il processo, il giudice prima vuole una perizia

MONSELICE. Ha una tetraparesi spastica, una forma di paralisi cerebrale che colpisce gli arti superiori e inferiori. E, in più, un ritardo psicomotorio. Secondo la consulenza medica, firmata dal dottor Claudio Terranova dell’Istituto di medicina legale di Padova, sarebbero il risultato di scuotimenti capaci di provocare in un neonato fratture craniche, ematomi intracerebrali ed extracerebrali, emorragie alla retina, fratture alle costole e alle braccia. In due parole un massacro sul corpicino di un piccolo partorito prematuro (in sei mesi). Ecco perché rischiano di finire a processo i genitori del bambino nato sul finire dell’estate del 2012: il padre, 48 anni, dipendente dell’Usl locale, e la madre, 34, una coppia monselicense accusata di concorso in lesioni colpose e maltrattamenti. Non solo: i due devono anche rispondere di maltrattamenti nei confronti del primogenito, nato nel 2011, in quanto sarebbe stato trovato positivo all’assunzione di sostanze stupefacenti come cocaina, e due psicofarmaci (mirtazapina e quetiapina) non approvati dall’Agenzia italiana del farmaco per la somministrazione in età pediatrica. Accuse pesantissime che hanno determinato l’apertura di un procedimento parallelo davanti al tribunale dei minori di Venezia: la responsabilità genitoriale è stata sospesa (il neonato si trova ricoverato in una casa famiglia) ma il maggiore da qualche mese è rientrato in casa sia pure sotto il controllo dei Servizi sociali. E sono stati mantenuti i contatti tra i genitori e il bimbo più piccolo.

Il motivo? Il caso è assai controverso. Tanto che il pubblico ministero padovano Giorgio Falcone (che ha ereditato l’inchiesta dalla collega Orietta Canova, trasferita come procuratore aggiunto a Vicenza), pur sollecitando il rinvio a giudizio, ha chiesto un incidente probatorio, meccanismo di anticipazione della prova processuale. Sulla richiesta (che trova l’appoggio del difensore, il penalista Stefano Fratucello) si pronuncerà il gup Margherita Brunello, competente pure a decidere se processare, o meno, i genitori: l’udienza preliminare è stata fissata per il 6 giugno.

Insomma è probabile che sarà nominato un perito super partes (un medico legale) per accertare se le lesioni che hanno reso invalido per sempre il piccolo siano compatibili con la cosiddetta sindrome del baby shaken (bambino scosso), che si verifica quando i genitori, spinti dal pianto irrefrenabile del figlioletto, perdono ogni freno e lo scuotono provocando delle lesioni nel suo fragile corpicino. Oppure se sia credibile la versione della coppia. I due hanno sempre sostenuto che, un giorno del novembre 2012, il neonato era caduto accidentalmente dalle braccia del padre. Nel pomeriggio il piccolo era stato vaccinato e la dottoressa non aveva notato alcun trauma. La sera tuttavia la madre si sarebbe preoccupata vedendo lo stato di torpore del figlioletto: da qui la decisione dei genitori di portare il bimbo in Pronto soccorso. Grazie a una Tac i medici avrebbero rilevato le lesioni e sarebbe scattata la segnalazione in procura. Per quanto riguarda altri traumi precedenti, sempre il padre ha raccontato di essersi limitato a cullare il bimbo molto fragile e delicato. Da qui l’involontaria serie di lesioni. E per l’altro figlio? Colpito da un attacco di epilessia, era stato sottoposto a esami in ospedale. Esami che avrebbero rilevato la positività alle sostanze stupefacenti. I genitori hanno negato di essere tossicodipendenti, cioè abituali assuntori di droga. Ora alla magistratura spetta dare legittimità a una qualche verità per una storia tragica.

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