Birra Antoniana, investiti 12 milioni

Nasce a Villafranca Padovana. La Brew Invest di Luigi Vecchiato ha acquistato impianti e terreni per orzo e luppolo
Di Gianfranco Natoli
NATOLI BIRRIFICIO INTERBRAU RONCHI DI VILLAFRANCA
NATOLI BIRRIFICIO INTERBRAU RONCHI DI VILLAFRANCA

VILLAFRANCA PADOVANA. È tutto pronto, lassù, dove vivono gli dei. Sono tutti attorno a lei, a Ninkasi, la divinità sumera dell’alcol, chiamata ad accogliere tra i suoi figli migliori una nuova birra, tutta padovana: l’Antoniana. L’avventura inizierà ufficialmente domenica 2 settembre in Prato della Valle, quando in occasione della quinta edizione della Nonsolosport Race, ci sarà la vernice con tanto di degustazione gratuita. Un evento storico che va ben al di là della mera curiosità. Dietro c’è passione, amore, recupero del territorio, investimento finanziario importante, sfida aperta a una crisi mondiale che sembra infinita. Il tutto sotto il marchio e l’intraprendenza della triade formata da Luigi, Sandro e Michele Vecchiato. Il primo è il papà, gli altri due sono i figli: insieme compongono il nucleo centrale di una famiglia che da sempre ha legato le proprie fortune al mondo della birra.

Gli amarcord regalano i brividi di un’epoca lontana, quella dei primi anni Cinquanta. Luigi inizia lavorando per l’Itala Pilsen, azienda storica padovana da cui si stacca dieci anni dopo per dare vita a una propria catena di distribuzione. Il ruolo di narratore lo affidiamo al figlio Sandro: «Il vero salto avviene nel 1982 quando abbiamo creato la Brew Invest, da cui poi sono scaturiti altri importanti marchi, come la Interbrau. L’oggi e il domani è invece affidato alla produzione, al neonato Birrificio Antoniano. È un salto importante che ci vedrà impegnati nella produzione diretta. Con il marchio Birrificio Padovano e con l’etichetta Birra Antoniana vogliamo dare il senso di quanto per noi sia stata importante Padova. Qui siamo nati, qui siamo cresciuti, abbiamo studiato e immaginato il nostro futuro e quello delle famiglie che ci aiutano a portare avanti il nostro lavoro».

L’avventura della famiglia Vecchiato nasce da basi solide (un fatturato di 65 milioni di euro grazie a 110 addetti) e da un’esperienza nel settore che porterà per la neonata Birra Antoniana a investimenti importanti, di circa 12 milioni di euro sotto forma di terreni e impianti, il tutto affidato ai massimi esperti del settore. Conferma Michele Vecchiato: «Il trenta per certo dei prodotti che distribuiamo sono destinati al mercato estero, ma noi crediamo molto nelle potenzialità del nostro Paese. Ci metteremo la nostra faccia e per questo la birra Antoniana sarà di assoluta qualità».

Detta così sembra facile, in realtà da tempo i Vecchiato si stanno muovendo per cercare, soprattutto nel Veneto e nelle regioni vicine, terreni adatti alla coltivazione della materia prima pregiata, ovvero l’orzo e il luppolo. Una sfida nella sfida che Sandro sintetizza come problema mondiale.

«La terra da coltivare, è questo il vero problema. Ne troviamo sempre meno e non sempre di qualità. Per ora ne abbiamo acquistata nella Bassa padovana, nella zona collinare euganea e nel Friuli. È da qui arriverà l’orzo e il luppolo che costituirà la base per la nostra birra.Stiamo attrezzando per la produzione anche alcuni capannoni che abbiamo nella nostra sede di Villafranca».

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