Bitonci-don Bizzotto, scontro sui profughi

«Affrontare la povertà significa partire dai poveri redistribuendo la ricchezza». «Capisco don Albino, ma ognuno fa il suo lavoro, lui segue le anime, io sono il sindaco di Padova e i cittadini sono stanchi del degrado dilagante. Vogliono una città delle regole che non sia inospitale per chi lavora e rispetta le leggi».
È stato uno scontro vero su poveri e profughi quello andato in scena ieri sera nel dibattito di Tv7 Triveneta, moderato da Claudia Chasen, tra don Bizzotto dei “Beati i Costruttori di Pace” e il sindaco Massimo Bitonci.
«Su Sinti e Rom ci sono troppi pregiudizi» ha accusato il prete dei poveri «ho guardato per una volta gli insulti che ricevono su Facebook ed è stata un’esperienza drammatica. Questi poveri non aggrediscono nessuno, si infierisce su chi ha bisogno».
«Per combattere il problema lo si deve conoscere» ha replicato il sindaco «Io ho parlato con molti di loro. Le mutilazioni che vengono fatte ai piccoli, soprattutto in Romania, per renderli appetibili all’accattonaggio sono vergognose. Questi bimbi vanno tolti dai campi nomadi, da queste famiglie».
«Spero non dica sul serio» la replica.
Sullo sgombero in corso Australia, Bitonci ha assicurato che non vuole che a Padova ci siano persone che vivono in quelle condizioni. «Li hanno mandati via senza dargli indicazioni su dove andare. So che stanno provando a ritornare lì, ma hanno sigillato tutto. Tutte le persone sono uguali», ha detto Bizzotto. Poi la palla è passata sui profughi e sugli altri 200 in arrivo in città. «È una tratta. Basta. Noi non possiamo dargli lavoro, dignità. Che restino a casa loro» ha sbottato Bitonci. «Che gli aiuti delle comunità arrivino nei loro paesi. L’operazione Mare Nostrum è stata un disastro. Non ripetiamola. A me piace solo l’immigrazione sana, ossia arrivo per lavorare e vivere con dignità».
«Non è così, scappano dalle guerre, non dobbiamo accanirci» ha replicato don Albino.
Il sindaco ha poi annunciato che è allo studio una sorta di assicurazione per i cittadini: pagherà i danni dalla scasso per i furti ormai dilaganti. Si sta valutando pure di arrivare a definire una moneta complementare per poter pagare - almeno per una parte - tributi comunali dietro un servizio. Una sorta di baratto. Tra le volontà del primo cittadino c’è pure quella di creare un’entrata sulla via laterale per le cucine popolari, in modo da schedare chi entra, per non dar da mangiare a ladri e spacciatori. Inoltre è ormai in linea d’arrivo una fusione - seppur il termine sia improprio - tra Aps Mobilità e BusItalia, una nuova realtà per il trasporto provinciale.
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