Blackout nel nuovo ospedale di Schiavonia: disagi al Cup e in dialisi

MONSELICE. Blackout al “Madre Teresa”. L’interruzione di energia elettrica all’ospedale di Schiavonia è avvenuta poco dopo le 9: è durata solo qualche minuto ma in alcuni reparti non sono mancati i disagi. A dare conferma dell’accaduto è la stessa Usl 17: «Per cause imputabili al fornitore di energia», spiegano dall’Azienda sanitaria «per dieci minuti si è interrotto l’approvvigionamento elettrico al complesso ospedaliero. Contestualmente si sarebbe comunque attivato il gruppo elettrogeno, garantendo il dovuto apporto a tutte le attività dell’ospedale». Il blackout non è comunque passato inosservato, in quanto la continuità elettrica non è stata garantita ovunque.
Al Cup, per esempio, computer e numeratori digitali si sono improvvisamente bloccati. Le operatrici agli sportelli hanno però risposto prontamente all’inaspettata situazione facendo mettere in fila gli utenti in attesa. I disagi, in questo modo, sono stati limitati al massimo. L’unica situazione delicata, tra luci spente e computer inaccessibili un po' ovunque, pare essere stata quella toccata ai pazienti impegnati nel ciclo di dialisi in Nefrologia: i macchinari a cui erano affidati gli utenti avrebbero continuato a funzionare in virtù dell’autonomia che hanno apparecchi del genere, mentre sarebbe venuta meno la disponibilità dell’acqua utilizzata dagli stessi macchinari a causa di un blocco del sistema di pompaggio. Situazione, questa, legata al blackout elettrico. Risultato: i cicli di dialisi (i pazienti in quel momento sarebbero stati poco più di venti) si sono conclusi anticipatamente rispetto alle tempistiche tradizionali.
Non sono mancati, in questa situazione, i timori da parte di alcuni pazienti sull’efficacia della cura prematuramente interrotta: «Tutti i trattamenti sono stati portati a termine» rassicurano tuttavia dall’Usl 17 «La durata del ciclo non ha inficiato il risultato del trattamento, che per tutti i pazienti in cura è stato oggetto di un apposito esame voluto proprio per verificare il buon esito del ciclo di dialisi». Continuano, anzi, dai vertici aziendali: «Quanto accaduto conferma la sicurezza di questo ospedale: quando avvenivano interruzioni del genere nelle vecchie strutture di Este e Monselice, operazioni come quelle della dialisi venivano veramente fermate in anticipo».
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