Bo, concorso contestato Docente diffida l’ateneo

Anna Meschini Pontani impugna la nomina di un professore di seconda fascia «La procedura è illegittima. L’Università mi impedisce di fare le ore minime»
PD 28 luglio 2003 G.M...Bò , facciata ..(MILANESI) Facciata del Bò - MILANESI
PD 28 luglio 2003 G.M...Bò , facciata ..(MILANESI) Facciata del Bò - MILANESI

Una procedura «inopportuna, palesemente illegittima e contraria al pubblico interesse». L’accusa, pesante, arriva dalla professoressa Anna Meschini Pontani (ordinaria di Civiltà Bizantina), che due giorni fa ha deciso di procedere per vie legali, inviando una diffida all’Università.

L’oggetto del contendere, che in realtà è solo la punta dell’iceberg, è la nomina di un giovane ricercatore, Nicolò Zorzi, come professore di seconda fascia. A detta dell’avvocato, Paolo Francesco Brunello, sarebbe stato però «più economico, più sensato e più rispettoso della sua esperienza» assegnare quella cattedra alla Pontani, che aveva tutte le carte in regola per candidarsi. Del bando, però, avrebbe saputo solo per caso, e rigorosamente a posteriori. Ad essere messa in dubbio è la legittimità stessa del concorso, tenutosi, secondo l’avvocato Brunello, «un po’ carbonaramente».

I motivi sono presto detti: prima di tutto, nel ruolo di commissario, è stato nominato un esterno in luogo di un docente padovano: il veneziano Antonio Rigo, giudicato nel documento «incompatibile» con la funzione imparziale che gli spettava. Tanto più che il commissario, scrive l’avvocato Brunello, «poteva essere ricercato nell’ambito di tutti i dipartimenti della Scuola di Scienze Umane». La scelta però, lascia intendere Brunello, non è caduta in modo casuale: «Alla selezione» continua la diffida «partecipa come unico candidato il dott. Nicolò Zorzi, il quale presenta, quale titolo da valutare, una pubblicazione (La storia di Niceta Coniata) il cui copyright è dell’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Post Bizantini di Venezia. Il professor Antonio Rigo ha curato la stesura della presentazione del volume insieme alla direttrice del medesimo Istituto, prof. Chryssa Maltezou e, quindi, ha un interesse speciale alla valutazione positiva del titolo stesso e indirettamente del candidato».

Fuori dal gergo legale l’accusa appare chiara: un solo candidato, e anche ben raccomandato. Un’ingiustizia bella e buona agli occhi della professoressa Pontani, che ora è decisa, se necessario, ad affrontare la questione davanti ad un giudice. Tanto più, spiega ancora l’avvocato, «che pur essendo un’ordinaria di grande esperienza le vengono assegnati da tempo solo corsi minori, poco frequentati. La situazione è paradossale: la mia assistita vorrebbe solo fare il suo lavoro, ma l’Università le impedisce di raggiungere perfino il tetto minimo ministeriale previsto per la didattica frontale». La diffida è indirizzata al rettore, Rosario Rizzuto, a cui si chiede di revocare la nomina in oggetto. In caso contrario, annuncia l’avvocato Brunello, «sarà inevitabile ricorrere alle varie autorità giudiziarie e contabili interessate e competenti».

Silvia Quaranta

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