Bocciato il figlio della madre che ha picchiato la prof

SELVAZZANO. Dovrà ripetere l’anno scolastico il figlio della signora che venerdì, in un impeto di rabbia, ha preso a sberle la docente di inglese della succursale di Caselle della media “Tommaso Albinoni”, mandandola al pronto soccorso con il setto nasale rotto. A scatenare l’aggressione, secondo il racconto della mamma, sarebbe stato il rifiuto della docente Francesca Redaelli di tornare a interrogare il ragazzino il penultimo giorno di scuola, per consentirgli di recuperare in extremis la sufficienza in inglese.
La mamma. «Immaginavo che lo avrebbero bocciato anche se contavo sulla comprensione degli altri professori, evidentemente gli hanno abbassato qualche voto», sostiene la mamma. «So che ho esagerato, non dovevo fare quel gesto, ma la prof aveva l’obbligo di tornare a interrogare mio figlio. Il ragazzo gode dei benefici della legge 122 relativa a chi partecipa alle gare sportive organizzate dalle federazioni, che prevede addirittura un programma personalizzato per questi studenti. Disposizioni che sono state sottoscritte da tutti i docenti e dalla preside dell’Istituto comprensivo. Mio figlio è sempre stato interrogato il giorno dopo il rientro in classe, anche quand’è stato assente per 5 mesi a causa della rottura di una gamba. Non ho mai protestato per il fatto che venivano lesi i suoi diritti perché sapevo che il ragazzo sarebbe riuscito a cavarsela da solo. Mi domando perché la professoressa, su richiesta del ragazzo prima e di noi genitori dopo, non ha voluto interrogarlo».
Il ministro. Marco Bussetti, il ministro dell’Istruzione del Governo 5 Stelle-Lega, chiamato a occuparsi di alcune problematiche della riforma della Buona Scuola del governo Renzi, ieri ha annunciato di voler venire a Padova per incontrare la professoressa aggredita. «Sono addolorato da queste notizie, è un problema di carattere culturale», ha dichiarato l’ex provveditore agli studi di Monza e Brianza, politicamente vicino alla Lega.
La solidarietà. Sono molte le testimonianze di vicinanza alla professoressa Redaelli che arrivano dai genitori degli alunni della Albinoni, ma anche da cittadini comuni e da ex studenti. Una ex alunna della scuola media di Caselle, che si dice profondamente colpita non tanto dalla gravità dell’episodio in sé e dalle conseguenze che ciò avrà sulla sua persona, ma dal messaggio che si cela dietro a tale gesto, ha promosso una raccolta di adesioni online a sostegno della docente. «Siamo arrivati alla completa rottura del rapporto di fiducia che deve esserci tra la scuola e la famiglia riguardo l’educazione dei nostri figli», si legge nella missiva indirizzata alla insegnante. «Oramai ci si è convinti che un’insufficienza, un giudizio negativo, sia un giudizio nei confronti del ragazzo. Non crediamo sia così, crediamo che nel porre un giudizio negativo si stia valutando il livello di preparazione del ragazzo, non la sua persona. Se da parte delle famiglie non si riconosce più la professionalità di chi valuta e non si ripone fiducia nella scuola, allora il patto educativo è rotto. A lei professoressa vorremmo esprimere tutta la nostra solidarietà e incoraggiarla a rimanere ferma nel suo compito di educatrice nonostante le minacce e le percosse».
Ragazzi turbati. Secondo un gruppo di genitori degli studenti delle classi terza E ed F, il fatto che la prof. Redaelli non possa partecipare agli esami che iniziano domani, con lo scritto di italiano, è un danno che è la conseguenza dell’aggressione. «Tra i nostri figli c’è un misto di dispiacere e tensione che influisce sulla serenità con cui dovrebbero affrontare le prove d’esame», affermano i genitori. «L’insegnante è persona seria e molto equilibrata, che non regala niente a nessuno. Dispiace che a causa di questo incomprensibile episodio non possa seguire i suoi allievi fino alla fine».
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