Bocciato il piano dei miracoli del Consorzio Padova Sud

Il Tribunale rigetta l’accordo di ristrutturazione per il debito da 31 milioni di euro Fra i creditori ci sono gli stessi Comuni soci, su cui ora potrebbe pesare il debito



Il piano di ristrutturazione del debito di 31 milioni di euro, panacea di tutti i mali della gestione fallimentare del servizio rifiuti targato Padova Tre e Consorzio Padova Sud, si schianta miseramente contro la sonora bocciatura del Tribunale. Piano respinto: non c’è alcuna garanzia che il Consorzio, dichiaratamente in stato di crisi, riesca a soddisfare i creditori pagando quanto loro dovuto. E questo nonostante i principali creditori, ovvero Sesa spa e Gestione Ambiente, avessero accettato di rimettere parte del loro credito. La questione, non lo fosse sembrato prima, ora si fa davvero seria per i Comuni. Perché, infine, è a loro che verranno chiesti i soldi.

buco da ripianare

Da gestire, e risolvere, c’è un fardello di 31 milioni e 800 mila euro. Nel documento datato 24 giugno 2019, in cui il Tribunale di Rovigo – presidente Paola Di Francesco, giudice Pier Francesco Bazzega, giudice relatore Elisa Romagnoli – respinge il piano del Padova Sud, viene precisata la natura del debito: 9,7 milioni di euro sono debiti che aveva Padova Tre e che nel 2015, con l’incredibile assenso dei sindaci soci, il Consorzio si è accollato. Altri 21,3 milioni di euro sono i cosiddetti “costi sospesi” di Padova Tre, una partita di cui non si è mai venuti a capo. Soldi che dovevano arrivare, chissà da chi chissà quando. Fatto sta che si sono rivelati un buco bello e buono. E di buchi il Consorzio pare andare ghiotto.

i creditori

Il principale creditore del Consorzio, per 15,9 milioni di euro, è Sesa spa. Poi c’è Gestione Ambiente – consorzio tra Sesa, De Vizia e Abaco – nato solo dopo il fallimento di Padova Tre per gestire la parte contabile della concessione del servizio rifiuti – che avanza altri 10,2 milioni. Per entrambe, il piano di ristrutturazione prevede lo stralcio del credito, in parte per compensazione, in parte per remissione. In cambio c’è il mantenimento della concessione per la gestione dei rifiuti fino al 2025, nonostante rispetto alla gara originaria siano completamente cambiati scenario e condizioni. Avanza 896 mila euro anche De Vizia, che ha concordato di insinuarsi esclusivamente nel fallimento di Padova Tre. Il resto sono soldi che avanza Hestambiente, anche qui ci sarebbe stato un accordo e infine – e stupisce non poco – gli altri creditori del Consorzio sono i Comuni soci. E con alcuni di questi lo stesso Consorzio ha stretto accordi che prevedono la dilazione del pagamento da qui al 2025. Stupisce perché un Comune non socio come Casalserugo, invece, ha un debito nei confronti del Consorzio.

piano respinto

Il Piano non ha per nulla convinto i giudici chiamati a omologarlo. Arrivederci e grazie al mezzo miracolo evocato dal presidente del Consorzio Alessandro Baldin, quando un anno fa ha convinto la maggioranza dei 50 sindaci del Comuni soci ad approvare il piano di ristrutturazione. Tutto frutto della cieca magnanimità del Consorzio nei confronti di Padova Tre – dichiarata fallita un anno e mezzo fa – e soprattutto dei suoi principali creditori, Sesa su tutti. Diversamente non si spiega come mai un Consorzio di Comuni abbia deciso di accollarsi i debiti di una Srl prima che questa fallisse. Secondo il Tribunale non ci sono garanzie non solo che il Consorzio riesca a pagare i creditori ma nemmeno che riesca, alla fine, ad uscire dalla crisi. A qualcuno toccherà farsene carico. E i primi candidati sono i Comuni. —

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova