Bonaldo condannato a 30 anni per l’omicidio Armellini

ESTE. Per lui il pubblico ministero chiedeva l’ergastolo. Il giudice per le indagini preliminari lo ha condannato a 30 anni di reclusione. È quanto toccato a Michele Bonaldo, 37 anni di Casale di Scodosia, accusato di aver ammazzato la pensionata di 74 anni Liliana Armellini, nella notte fra il 22 e 23 maggio del 2016, nel quartiere Pilastro di Este. La condanna è arrivata al termine del rito abbreviato celebrato ieri mattina in Tribunale a Rovigo davanti al gip Pietro Mondaini.
Liliana Armellini, ex barista in pensione, era stata trovata morta – soffocata – nella sua abitazione il 23 maggio 2016. Era riversa a terra, con le caviglie immobilizzate da nastro da imballaggio. L’arresto di Bonaldo era avvenuto nei primi giorni del gennaio scorso. La sera del 22 maggio 2016 avrebbe percosso, legato e imbottito di farmaci la Armellini, che in casa custodiva meno di mille euro. Era stato questo il bottino del killer, che peraltro era fidanzato di Arianna Chinchio, badante dell’anziana uccisa.
Una traccia di Dna e un alibi fasullo hanno inchiodato Bonaldo, difeso dall’avvocato Roberta Cerchiaro. In particolare la sequenza genetica del trentasettenne era stata rinvenuta in una maniglia esterna della porta della cucina della Armellini. Poi è arrivata la confessione del nipote adolescente del killer, che aveva assicurato di aver passato quel 22 maggio a casa a messaggiare la fidanzata: prima di recarsi nella casa del Pilastro, Bonaldo aveva consegnato il suo telefono cellulare al nipote di 14 anni, dicendogli di tenerlo con sé tutta la notte e di mandare messaggi – già confezionati e salvati in memoria – alla fidanzata.
Il pm Fabrizio Suriano aveva chiesto l’ergastolo, sicuro che quell’omicidio fosse premeditato. Il gup ha quindi condannato Bonaldo a 30 anni di reclusione, a 80 mila euro di provvisionale a Vittorina Armellini, sorella di Liliana, che vive in casa di riposo e che è rappresentata dall’amministratore di sostegno Stefania Romito e assistita dall’avvocato Mauro Zandolin. A carico di Bonaldo ci sono anche 7 mila euro di spese legali. «Siamo soddisfatti che sia stato trovato il colpevole di questo efferato delitto: la sentenza ci sembra giusta, ora siamo più sereni», è il commento di Vandrino e Stefania Romito, nipoti della Armellini.
«Ci riserviamo di leggere le motivazioni del giudice e di capire perché sia stata trascurata la perizia del dottor Maurizio Capra che rilevava l’incertezza delle tracce di Dna ritrovate in casa». È questo il commento dell’avvocato Cerchiaro, legale di Bonaldo. Il riferimento è alla perizia del genetista incaricato dalla difesa: la sua relazione tecnica mina le certezze di quella del Ris di Parma sulle tracce dell’imputato sulla vittima e sulla casa dove è stata uccisa. —
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