Borgo Bassano, la strage del Covid nella casa di riposo a Cittadella: nove vittime in dieci giorni

Continua l’emergenza nella Rsa dove si sono contagiati 58 su 62 ospiti. «Il virus da un’infermiera». La presidente: fatti sempre i tamponi
Il giardino all'interno della casa di riposo
Il giardino all'interno della casa di riposo

CITTADELLA. Nove vittime in dieci giorni e 58 contagiati su 62 ospiti. Sono numeri drammatici quelli della casa di riposo Borgo Bassano di Cittadella. Numeri che accendono inevitabilmente un interrogativo, a maggior ragione dopo l’esperienza della prima ondata di Covid-19: è stato davvero fatto di tutto per scongiurare l’ingresso del virus nella struttura? «Più di così non si poteva fare» è l’assoluta certezza di Ornella Pettenuzzo, presidente della Rsa «Il Covid-19 è entrato probabilmente con un’infermiera, nell’intervallo di tempo tra un tampone e un altro».

Milena Serragiotto, una delle vittime. Aveva 89 anni
Milena Serragiotto, una delle vittime. Aveva 89 anni


Chiunque entri in casa di riposo – spiegano dalla Borgo Bassano – deve infatti sottoporsi a tampone: «E non sto parlando solo di ospiti e personale, ma anche ad esempio dei fornitori o dei tecnici». Medici, infermieri e oss, spiega il presidente Pettenuzzo, «si sottopongono a un tampone ogni settimana: in caso di positività, il dipendente viene posto in isolamento per evitare il contagio degli ospiti e si parte con lo screening a tutta la struttura, per individuare eventuali altre positività». Peccato, però, che il Coronavirus non osservi i tempi del test: «Se un dipendente si contagia il giorno dopo il tampone, resta “scoperto” fino a quello successivo, dunque quasi una settimana nella peggiore delle ipotesi» continua il presidente. «I nostri infermieri entrano a contatto con entrambi i piani della casa riposo e dunque con tutti gli ospiti». Ed è probabilmente quello che è accaduto alla Borgo Bassano: «Abbiamo rilevato un’infermiera positiva, l’abbiamo messa subito in isolamento e abbiamo sottoposto tutti gli ospiti a test». L’esito è noto: 58 ospiti su 62 positivi al Covid-19, oltre ad altro personale contagiato. «D’altra parte chi lavora qui dentro ha una vita come qualsiasi altra persona: non possiamo impedire ai nostri dipendenti di avere contatti con l’esterno, dove il rischio di contrarre il virus è chiaramente tangibile. Posso dire a un nostro lavoratore di non abbracciare un figlio o un marito?».

Caterina Toniolo aveva 97 anni
Caterina Toniolo aveva 97 anni


E non è stato nemmeno possibile isolare i primi ospiti positivi, per evitare il contagio con gli altri? «Se il virus fosse stato portato dentro da un’oss, probabilmente avremmo metà casa di riposo libera dal virus: le oss, infatti, operano su un solo piano» aggiunge il presidente «Gli infermieri, invece, lavorano con tutti gli ospiti. Quando ci siamo accorti della prima positività, purtroppo, il Coronavirus era già entrato praticamente in tutte le stanze».

Giancarlo Bergamin, aveva 83 anni
Giancarlo Bergamin, aveva 83 anni

Parlare di singoli isolamenti, dunque, è diventato superfluo. E sul fronte dei dpi, fondamentali per prevenire il contagio tra ospiti e personale? «Forse non ci si rende conto che qui abbiamo infermieri che vengono imbragati da camici e tute a inizio turno e che non vanno nemmeno in bagno. L’utilizzo dei dpi è continuo e attento». Il personale in quarantena è stato rimpiazzato da quello delle altre strutture legate alla Borgo Bassano. «Abbiamo anche assunto due medici per la copertura h24 dei nostri ospiti», chiude la Pettenuzzo. Sfondata la barriera della prevenzione, di fatto, ora resta quella del trattamento e della cura, inevitabilmente delicata vista la fragilità di chi vive in una casa di riposo. —


 

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