Bovolenta: va a caccia, parte un colpo accidentale e uccide il figlio di 14 anni

Tragedia in un'azienda agricola di via Ceola. Il ragazzino era andato a caccia con il papà: il colpo lo ha preso in pieno petto.  Sul posto i carabinieri per ricostruire l'accaduto

BOVOLENTA. Gravissimo fatto di sangue a Bovolenta: un padre, Sandro Zanettin, imprenditore agricolo di 41 anni,  ha ucciso il figlio di 14 anni con un colpo di fucile partito accidentalmente.  Il fatto è avvenuto nell'azienda agricola di via Ceola che la famiglia Zanettin porta avanti da generazioni, producendo cereali legumi. Padre e figlio erano andati a caccia di colombacci insieme. Per motivi ancora al vaglio degli inquirenti, al padre è partito per sbaglio un colpo di fucile che ha preso in pieno petto il ragazzino che gli era accanto. Enrico Zanettin, questo il suo nome, è morto sul colpo. Studiava a Padova, all'istituto Duca degli Abruzzi, frequentava la prima E, indirizzo tecnico.

Sul posto è accorsa l'ambulanza, ma i sanitari non hanno potuto fare nulla; sono arrivati i carabinieri per ricostruire l'accaduto. La tragedia è avvenuta attorno alle 15. La sirena dell'ambulanza ha allertato i nonni, che vivono accanto e sono accorsi.

Il padre (che quel fucile calibro 20 deteneva regolarmente da vent'anni) subito dopo la  tragedia si è accasciato sul figlio; è rimasto lì per ore, fino a sera, sotto la pioggia, mentre sul posto si avvicendavano il personale del Suem, i carabinieri, i parenti. Poi è arrivato il carro funebre, il corpo del ragazzino è stato portato via e si è spalancata una voragine di nera disperazione. Con le urla disperate, e infinite, della madre a lacerare l'aria.

"Stavo sistemando il concime mentre mia moglie si tingeva i capelli - racconta Lorenzo Gallinaro, nonno materno - quando abbiamo capito che era successo qualcosa di grave. Lei è corsa dalla figlia con i capelli ancora bagnati ma ormai non c'era più niente da fare». A mettere in allarme l'anziano è stato l'arrivo a sirene spiegate di una ambulanza che dopo essere arrivata a casa del figlio non è più ripartita. «Enrico era un bravo ragazzo - ripete Gallinaro - ed era il mio unico nipote maschio, nato da una delle mie tre figlie. Ero molto orgoglioso di lui». Il ragazzo aveva deciso di seguire le orme del padre e del nonno e di dare una mano alla conduzione dell'azienda iscrivendosi all'istituto di agraria".

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