Breda, audizione fiume per Federico Caporello
La delibera della Pia Fondazione sul centro cottura, «da acquistare a 2,8 milioni di euro»
Fondazione Breda, ieri è stata la giornata di Federico Caporello. Prima sentito dall'avvocato Alberto Di Mauro e poi dal pm Paolo Luca. Un esame lungo che è sceso in molti dettagli. «Nel 2003 avevo ricevuto mandato di trovare un centro di cottura - ha detto Caporello in aula - C'era stata un'intesa con "La Gastronomia" ma nel 2004 Cibin e la Fondazione hanno cambiato idea, visto che l'operazione sarebbe costata cinque milioni di euro, troppi. E' stata fatta quindi retromarcia. Nel febbraio del 2004 abbiamo trovato altri 4 centri di cottura da sottoporre alla Breda. Un fornitore ci suggerisce la soluzione di Paolino Salvò. Quindi la Fondazione prende contatti con quel centro di cottura che una perizia stima del valore di 3,1 milioni di euro. Successivamente si arriva alla delibera per acquisire il centro di cottura a 2,8 milioni». Il processo iniziato ieri mattina, è proseguito fino a sera. E' un altro tassello dell'inchiesta sulla svendita del patrimonio della fondazione Breda di Ponte di Brenta, che ha mandato a processo oltre a Scalisi e Caporello, già titolare della Gastronomia Salvò, anche il geometra Stefano Da Cia e l'ex segretario-direttore della fondazione, il trevigiano Michelangelo Cibin. Ma per quest'ultimo il procedimento è sospeso a causa delle sue precarie condizioni di salute. Nelle precedenti udienze avevano deposto tra gli altri il funzionario della Regione Veneto Francesco Magris che scrisse due distinte relazioni sull'attività ispettiva svolta alla Breda.
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