Bruciata nella notte di San Marco la bandiera della Serenissima

CAMPO SAN MARTINO. Ieri non è sventolata la bandiera di San Marco tanto cara all'amministrazione leghista. Ignoti hanno appiccato fuoco nella notte allo stendardo con il leone alato, issato durante lo scorso fine settimana da un simpatizzante nella frazione Marsango, nelle vicinanze della pista di atletica. «Si tratta di un atto politico vero e proprio, vista la ricorrenza del 25 Aprile per noi cara in quanto festa di San Marco» attacca il sindaco Paolo Tonin, giunto sul posto nel pomeriggio assieme al vicesindaco Luciano Sandonà per vedere quanto era accaduto. Del resto sono ben note le simpatie venetiste dei due, che fin dall'insediamento in Comune incoraggiano iniziative di stampo autonomista e nostalgico della Serenissima, dagli ordini del giorno del consiglio comunale scritti anche in dialetto alle manifestazioni durante la Fiera del Divin Crocifisso, quando il primo cittadino ha pubblicamente baciato il vessillo di San Marco e indicato la futura moschea come bersaglio dei cannoni della milizia veneta. Ora valutano il da farsi: «Vedremo se riferire il fatto alle forze dell'ordine: la bandiera non ha un elevato valore materiale, ma è un simbolo prezioso».
Roberto Turetta
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