Buchi tra i banchi di piazza delle Erbe a Padova: «È necessario rivedere gli spazi»
Le bancarelle di frutta e verdura, oggi 26, sono sempre meno:
molti hanno lasciato la zona delle piazze per Prato della Valle

Attualmente i banchi di frutta e verdura in piazza delle Erbe sono solo 26, dei quali 9 gestiti da bengalesi e pachistani. Non tanti anni fa, quando era assessore al commercio il gelataio Ruggero Pieruz e capo-settore Carla Franck, le bancarelle erano oltre 90. Questo avveniva prima della “grande fuga” di una ventina di ambulanti in Prato della Valle per evitare il sovraffollamento.
L’ultimo ridimensionamento delle bancarelle di frutta e verdura, che si trovano in piazza già dai tempi dei Carraresi, è avvenuto pochi mesi fa. Alcuni hanno gettato la spugna perché, in particolare i più anziani, non hanno ritenuto più economicamente conveniente svegliarsi alle 4 della mattina, anche in pieno inverno e tornare a casa alle 16 o alle 21 il sabato. Altri, invece, sono stati mandati via dal Comune perché non pagavano più il canone di locazione e non versavano più i contributi previdenziali e fiscali. Risultato delle continue chiusure dei banchi? In tutti gli angoli della storica piazza, che nei secoli della Serenissima si è anche chiamata piazza delle Biade e piazza del Vino, specialmente nella fascia centrale che s’incontra arrivando da sotto al Salone, si sono formati dei vuoti, grandi come crateri, che non hanno certo un bell’aspetto. Sia dal punto di vista estetico che funzionale.
I fruttivendoli sono divisi
Sia gli ambulanti che i clienti parlano della necessità di ricompattare i banchi, ma questa tarda ad arrivare perché i fruttivendoli sono divisi. «Ce lo fanno notare anche tanti consumatori», dice Riccardo Vania, «Così non va bene. La nuova dislocazione andrebbe fatta subito. Stop alla discriminazione a favore di alcuni colleghi che hanno una posizione privilegiata. Anche se poi le nostre entrate sono calate sia a causa delle difficoltà che la gente incontra per arrivare in centro storico, sia perché il Comune ha concesso la possibilità di aprire una serie di supermercati tutt’intorno alla piazza.
Lo storico verduraio Angelo Benetello ha un’idea tutta sua. «Molti non sono d’accordo con la rivisitazione dei banchi perché temono che negli spazi non occupati dai fruttivendoli possano arrivare altri tavolini dei bar limitrofi», sostiene Benetello. La cordata di quelli che non gradirebbero un nuovo lay out è guidata dal giovane Andrea Businaro. «Sarebbe un lavoro inutile da parte del Comune», sottolinea. «Tra due-tre anni andranno in pensione altri 4-5 ambulanti storici. Non saranno sostituiti neanche dai bengalesi perché anche gli immigrati non vogliono più lavorare in un settore che non è più redditizio come prima. In pratica la piazza è destinata a morire».
Diverso il commento del coordinatore dei bengalesi. «A noi sta bene continuare a lavorare in piazza e mantenere le nostre famiglie», dice Taibi Akter Rimpa, titolare del banco numero 3.
Bressa: allarghiamo gli spazi disponibili
Immediata la risposta del Comune: «Ho incontrato in questi mesi diversi operatori e le associazioni di categoria per discutere del futuro di piazza delle Erbe», spiega l’assessore Antonio Bressa. «Vista la progressiva riduzione, è necessario effettuare un riassetto che ne migliori il decoro anche con la possibilità di introdurre delle novità che siano funzionali all’attività degli ambulanti, magari allargando lo spazio a disposizione di ciascuno. Dobbiamo procedere con prudenza e rispettare i giusti tempi, oltre a verificare la presenza di ulteriori defezioni in vista, perché ridiscutere le posizioni attuali può cambiarne la redditività, in alcuni casi compromettendo posizioni che sono state acquisite con investimenti e fatica. Una cosa è certa: faremo tutto per offrire un servizio migliore ai cittadini e con il massimo ascolto degli operatori e dei loro rappresentanti.
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