Bus, la protesta continua «Turni troppo pesanti»

Cobas e Sls rilanciano la richiesta di una revisione: «Fuori di casa per oltre 10 ore» Intanto ieri i mezzi hanno viaggiato regolarmente. In ritardo solo un tram
MARIAN - INTERVISTE FERMATE BUS IN STAZIONE.
MARIAN - INTERVISTE FERMATE BUS IN STAZIONE.

Dopo il grande caos di giovedì mattina, quando migliaia di utenti hanno dovuto aspettare gli autobus al freddo per oltre un’ora, ieri il servizio di BusItalia Veneto è stato regolare per tutta la giornata. Solo il tram, intorno alle otto, è rimasto fermo per meno di mezz’ora in corso del Popolo per un incidente non grave con una bicicletta. Tutto è andato liscio anche perché già alle 5.30 i vertici dell’azienda di via del Pescarotto, tra cui il nuovo amministratore delegato Franco Viola, il presidente Lodovico Mazzarolli, il direttore dell’ufficio movimento, Davide Pacifico e l’assessore comunale alla mobilità Stefano Grigoletto, hanno presidiato gli uffici e il deposito di via Rismondo per coordinare la consegna dei “fogli di macchina” agli autisti, sui quali sono segnati i nuovi turni, in base ai recenti accordi sottoscritti anche dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl ed Uil e Faisa-Cisal, ma non da Adl/Cobas e Sls. A metà mattina, nella saletta sindacale, si è svolta un’assemblea non programmata di numerosi autisti, alla quale hanno partecipato, per lo più gli autoferrotranvieri che non erano in servizio e iscritti o simpatizzanti dei due sindacati interni, guidati da Maurizio Magrin e Stefano Pieretti ed dal siciliano di Marsala, Fulvio Di Bernardo, leader di Sindacato, Lavoro e Società. «La protesta degli autisti non è finita», sottolinea Pieretti. «Come noi dei Cobas avevamo previsto, i turni sono molto più pesanti di prima. Il nastro orario spezzato, in base agli accordi con Cgil, Cisl ed Uil, può raggiungere anche dieci ore e mezza. In pratica quello che succede nel servizio extraurbano di BusItalia ex Sita Nord già da anni, adesso si replica nel servizio urbano e sub-urbano. Capita, quindi, che un autista cominci a lavorare alle otto di mattina e torni a casa dopo le cinque del pomeriggio. In genere un autoferrotranviere, spesso, è costrettto a guidare tre bus di linee diverse. A quanto ho capito tra ieri e l’altro ieri, sui turni stanno facendo marcia indietro anche Cgil, Cisl ed Uil. Gli autisti non ci stanno. Minacciano mobilitazioni a tutti i livelli. A questo punto l’amministrazione comunale ha il dovere d’intervenire con i vertici di BusItalia. Il Comune ha fatto un buon lavoro obbligando l’azienda a ripristinare i vecchi percorsi. Adesso deve convincere BusItalia a rimodificare la nuova organizzazione del lavoro».

Felice Paduano

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