Businaro si candida a sindaco di Este «Voglio far valere i 4 mila voti raccolti»

Este
Ogni tornata elettorale si chiude, per definizione, con vincenti e delusi. Ogni tornata elettorale segna inevitabilmente nuovi equilibri e nuove prospettive. Una su tutte, nella Bassa, ha margini quasi clamorosi: Tiberio Businaro futuro candidato a sindaco di Este, tra qualche mese. Fantapolitica? No, lo conferma lo stesso leghista, oggi sindaco di Carceri: «Non è escluso, anzi: penso che sia un dovere morale far valere in qualche modo le 4 mila preferenze delle regionali».
Il trionfo annunciato e straripante di Luca Zaia ha confermato l’influenza del presidente regionale e il peso della Lega nel territorio padovano, ma ha fatto saltare non pochi rapporti in giro per il Veneto. La Bassa ne è un esempio. E Businaro ne è protagonista. Una premessa: nel 2015 l’attuale sindaco di Carceri era stato escluso dal Consiglio regionale solo con il riconteggio, lasciando il seggio a Marino Zorzato e Maurizio Conte (era rimasto fuori anche Massimiliano Barison, poi rientrato). Va da sé che per questa tornata Businaro si aspettasse una sorta di indennizzo. A complicare il percorso del leghista si sono messi però i diktat di Matteo Salvini a Zaia: il segretario federale ha imposto che gli assessori regionali uscenti (quindi big come Roberto Marcato e Giuseppe Pan) fossero inseriti nella lista regionale della Lega e non nella Lista Zaia Presidente. Il motivo è chiaro: troppo forte il rischio che il “dream team” del presidente surclassasse la lista di partito. Così è effettivamente stato: 44, 6% alla lista Zaia, 16, 9% a quella della Lega. Ritornando alla Bassa, per garantire l’elezione dei big trapiantati è stato necessario sacrificare qualcuno. Nello specifico, Tiberio Businaro. Come? Affiancandogli dei competitor, candidati dello stesso territorio in grado di “spogliare” il sindaco di Carceri di qualche voto. E così è stato: nell’Estense all’ultimo è stato candidato Aurelio Puato, vicesindaco di Este, quindi nel comprensorio della Bassa è finito anche Filippo Lazzarin, sindaco di Arzergrande e dal 2019 commissario provinciale leghista. I più informati – soprattutto in casa leghista – assicurano che in tempi non sospetti fosse stato siglato un accordo verbale tra i “Cavalieri della Bassa”, ossia tra Businaro, Lazzarin, il vicesindaco montagnanese Beniamino Veronese, il neoeletto sindaco di Casale Marcello Marchioro e quello di Terrassa Padovana Modesto Lazzarin: il candidato per il 2020 doveva essere solo Businaro, no a bastoni tra le ruote, tanto meno da una figura “garante” come il commissario reggente.
Il listino padovano della Lega si è chiuso con il primo posto, in fatto di preferenze, di Roberto Marcato (11.660 voti), seguito da Giuseppe Pan, che si è fermato a 5.039. L’assessorato sicuro a Marcato farà sì che Pan verrà ripescato. Eppure al posto suo “doveva” esserci Businaro. I numeri c’erano tutti: il sindaco di Carceri si è guadagnato 3.964 preferenze, ma si è perso per strada buona parte dei 1.625 voti del vicino di casa Puato e probabilmente anche una buona fetta dei 4.825 di Lazzarin. I 5 mila voti di Pan erano sicuramente alla portata. Fare i conti il giorno dopo è sempre un gioco che ha poco senso, eppure gli effetti sono evidenti e si toccano con mano: delusione-bis per Businaro, Alta che condanna la Bassa ad altri cinque anni di rappresentanza riflessa e non diretta e soprattutto parecchia maretta in casa Lega.
I tuoni sono tanti e non è detto che stavolta non piova. La prima tempesta potrebbe portarla proprio Businaro, pronto a servire la vendetta direttamente in casa a Puato, l’outsider che ha fatto svanire i sogni di seggio regionale. L’amministrazione comunale di Este è ormai in scadenza: la ricandidatura di Roberta Gallana pare molto probabile, ma non è esclusa anche quella dell’attuale vicesindaco, Puato appunto. Dal 22 settembre, a urne spogliate, ora si è aggiunta prepotentemente anche l’ipotesi di candidatura di Businaro: «Non la escludo assolutamente. Ho raccolto 4 mila voti in questo territorio, che non mi sono valsi l’elezione, ma solo per logiche che purtroppo non mi aspettavo. Voglio però far valere questo consenso, e le prossime elezioni a Este potrebbero essere l’occasione per farlo». Businaro è d’altra parte passato dalle 1.724 preferenze delle regionali 2015 alle 3.964 della settimana scorsa. A Este si è garantito oltre 300 preferenze. Insomma, un consenso che va ben al di là dei semplici confini comunali.
Se la tornata elettorale consegna un candidato sconfitto ma forte alla Bassa, diversa è la valutazione che si può fare del partito visto dall’alto. Il forte asse dei “Cavalieri della Bassa” si è ormai disgregato forse irrimediabilmente. I vertici leghisti padovani (e ancor più quelli regionali) hanno dimostrato di non credere negli esponenti del territorio tanto da sgambettarne il “campione”. L’unico referente del territorio, la deputata Arianna Lazzarini (sindaco di Pozzonovo), è percepita come distante dalle principali anime del sud della provincia. E ancora, ciliegina sulla torta, in uno dei principali Comuni – Montagnana – la Lega è addirittura finita in minoranza il giorno dopo il voto (il sindaco forzista ha silurato il vice Beniamino Veronese). Insomma, sono lontani i tempi in cui qui Umberto Bossi aveva i suoi fidi Goisis e Bozza. —
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